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La Giordania e l’illusione della pace

Giordania
Il silenzio incomprensibile del governo giordano rispetto all'incontro Trump-Netanyahu

Di Bassam Badarin. Al-Quds Al-Arabi (22/02/2017). Traduzione e sintesi di Elisabeth Grünbichler.

Non si può trascurare lo strano silenzio del governo giordano sull’incontro di Trump e Netanyahu durante il quale grandi politici hanno parlato di una possibile rinuncia alla soluzione dei due Stati. Tale posizione si contrappone completamente a quella giordana, che si basa sulla creazione di due Stati indipendenti e non uno Stato singolo.

Non conosco nessun motivo, politico o non-politico, che spinga il governo giordano a tacere e a nascondere la sua opinione o un suo commento sugli eventi passati, dato che dopo l’incontro di Trump e Netanyahu il collasso della strategia di pace nazionale giordana è assicurato.

Netanyahu era il primo ospite ufficiale alla Casa Bianca, con tappeto rosso e conferenza stampa. All’istante, il presidente americano ha pronunciato l’espressione “soluzione a due Stati”, dopo più di un quarto di secolo che la comunità internazionale ha continuato a parlarne. Trump ha rivelato pubblicamente le sue intenzioni di non sostenere questa soluzione e di stabilire un nuovo accordo che potremmo chiamare “processo di pace tra il carnefice e la vittima”.

Alcuni dei miei colleghi nell’amministrazione giordana hanno cercato di convincermi che Trump ha chiesto a Israeliani e Palestinesi di lavorare insieme per la pace, invece di concentrarsi sulla fine della soluzione a due Stati. Da questo punto di vista, Trump non seppellisce questa soluzione, ma a differenza del suo predecessore Obama, ha detto che non insiste più su questo accordo e non lo considera l’unica via per la pace.

L’idea, la forma e il contenuto dello Stato d’Israele è un progetto non compiuto, come il popolo palestinese. Questa realtà non può essere alterata da accordi. Nessuno sta parlando della sconfitta d’Israele, della sua sfida militare o di resistenza. Tutto ciò che richiede il popolo è di sostenerlo e di mostrare una posizione.

Non posso credere che non si possa intraprendere niente contro la minaccia della destra israeliana, non credo alla mancanza di iniziative. Solo Amman è contatto diretto con lo Stato d’Israele e con i suoi partiti politici. Conosce i suoi punti deboli e potrebbe dimostrare fermezza nei confronti di questa cospirazione.

Bassam Badarin è un giornalista giordano.

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