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Il “kutshi”, memoria dell’antica storia di Marrakech 

Di  Fouad Benjliqa. Hesspress (03/07/2014). Traduzione sintesi di Maryem Zayr.

In dialetto marocchino, il termine “kutshi” è usato per riferirsi alle carrozze trainate dai cavalli che, sin dai tempi antichi, venivano usate come mezzi di trasporto o semplicemente per vagare tra le mura dell’antica Marrakech.

Oggi le “kutshi”, diventate simbolo della città rossa e del grande patrimonio storico-culturale del Marocco, sostituiscono i mezzi di trasporto più moderni e giocano un ruolo attivo nel settore del turismo a Marrakech. Come gli autobus rossi e i taxi neri londinesi, oppure le gondole veneziane, le carrozze di Marrakech sono caratterizzate dal colore verde e dal suono degli zoccoli dei cavalli che li trainano.

Secondo il professore e ricercatore Mohammed Ojema, i carri trainati dai cavalli sono apparsi in Marocco per la prima volta intorno al 19° secolo, periodo caratterizzato dalla penetrazione e l’insediamento dei primi stranieri nel Paese, soprattutto di mercanti inglesi. Allora, le carrozze venivano utilizzate solo come mezzi di trasporto, specialmente dai membri delle élite e dalle autorità sociali dell’epoca. Le “kutshi” non erano viste solamente come un mezzo di trasporto, ma anche un simbolo di status sociale. Solo in seguito vennero utilizzate dalle classi inferiori come mezzo per trasportare le merci nei mercati e successivamente adattate alle strette strade dei quartieri della medina di Marrakech.

Da parte sua, il segretario generale dell’Associazione dei conducenti di “kutshi”, Hassan Lekhder, ha dichiarato che questi calessi costituiscono il maggior concorrente degli open bus, contando il 60% delle richieste turistiche. Infatti, le società che gestiscono tali autobus hanno riscontrato una riduzione nelle entrate annue, nonostante dispongano delle più moderne tecnologie per il turismo.

La professione di carrettiere è destinata dunque ad evolvere, in sintonia con i grandi cambiamenti in atto nel settore del turismo. Ad esempio, è ormai obbligatorio per il conducente di “kutshi”, in virtù del rapporto diretto che ha con i clienti, avere la padronanza di almeno due lingue straniere e una patente di guida, oltre alla cordialità e la gentilezza che non devono mai mancare.

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