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Khomeini e i versi del “vino dell’amore”

khomeiniDi Joumana Haddad. Now Lebanon (11/03/13). Traduzione di Alessandra Cimarosti.

La storia non è recente, ma l’ho appena scoperto, tramite un link inviatomi da un caro amico che sa bene quanto sono appassionata di figure religiose e della loro sistematica e continua doppia faccia. E che grande scoperta per la poetessa che sono!

A quanto pare la stessa persona che ha emesso una fatwa mortale contro Salman Rushdie e il suo “Versi Satanici”, la stessa persona che ha scritto una mini-guida per il buon musulmano (guida su come avere piacere sessuale con un minore tra le varie atrocità) ha anche scritto poesie sul vino, sull’amore, sulle taverne, sull’ubriachezza e sugli occhi languidi.

Ho scelto alcuni versi che mi hanno colpito maggiormente:

Il tuo amore mi ha allontanato dal seminario e dal circolo dei Sufi, e mi ha reso uno schiavo arrendevole della cantina”.

Desidero una coppa di vino dalla mano di un’ innamorata”.

Amica, sono rimasto affascinato dal neo sopra le tue labbra. Ho visto i tuoi occhi languidi e sono diventato malato”.

Metti una ciocca dei tuoi ondulati capelli sulla mia via. Liberami dalle borse di studio, dalla moschea, dalle lezioni e dalla preghiera”.

I tuoi occhi languidi e ubriachi di vino mi hanno fatto venire un languore. Sono rimasto affascinato dai tuoi ricci”.

Fai le abluzioni col vino, secondo la religione dei furfanti, In presenza della Verità, questo, il tuo atto, potrebbe diventare fecondo”.

Tre cose sono ovvie in quanto letto sopra: Khomeini ha un’ossessione per i capelli ondulati; scrive discrete poesie ed è il re assoluto dell’ipocrisia.

Abbastanza sicuramente però, tutti i suoi versi eretici sono stati debitamente “interpretati” dai fedeli studiosi, come un omaggio al buon vecchio Dio. In questo modo, i ricci potrebbero essere le indomabili parole della saggezza di Dio. Anche il vino potrebbe essere una metafora, così come la taverna, così come il calice; addirittura il neo sulla bocca è una metafora. Wow! È sempre sorprendente vedere come l’interpretazione può andare a salvare la bocca smarrita di una figura religiosa.

Tra gli sheykh che desiderano che anche le bambine indossino i burqa per mettere fine alle molestie sull’infanzia (posso umilmente suggerire invece la penectomia?) e coloro che sostengono che picchiare la propria moglie sia uno dei vari modi dell’Islam per “onorare” la donna, è abbastanza rinfrescante leggere che un Ayatollah dica qualcosa come “prendi la coppa e togli gli abiti dell’ascetismo e dell’apparenza e lascia la nicchia della preghiera al pretenzioso Sheykh”. Non sarebbe fantastico se alcuni credenti smettessero di interpretare cavolate e cercate tentativi di redenzione e avessero il coraggio di prendere le cose per come sono letteralmente? Quanto sarebbe salutare per i virtuosi fan di Khomeini in Iran, in primo luogo, e per la squadra della morte nel libanese mini-Iran?

In una delle sue poesie d’amore intitolata “Uno sguardo da un amico”, Khomeini scrive “Non c’è nessun posto per me, se non nel tuo vicolo”.

Non posso fare a meno di chiedermi, con tutti i miei sforzi interpretativi, “qual è esattamente la metafora di ‘vicolo’?”. Speriamo almeno che non sia il “vicolo” di un minore molestato.

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