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Israele segue con ansia le elezioni egiziane

Elaph (26/05/2012). Traduzione di Cristina Gulfi

Ahmad Shafiq e Mohamed Mursi, candidati al ballottaggio per le elezioni presidenziali egiziane, sostengono entrambi il trattato di pace con Israele ma hanno visioni diverse sul Medio Oriente e sulla questione palestinese in particolare. È probabile che Shafiq, l’ultimo premier sotto Mubarak ed ex capo dell’aviazione, porti avanti la posizione dell’Egitto a sostegno di Fatah. Mubarak era infatti tra i più stretti alleati di Israele. Secondo il candidato dei Fratelli Musulmani Mohamed Mursi, c’è una lunga storia di dichiarazioni ostili del “vampiro” Israele nei confronti dei palestinesi. Mursi non manca di criticare il presidente palestinese Mahmud Abbas ed elogia invece Hamas per la resistenza all’occupazione israeliana.

I Fratelli Musulmani intendono esercitare la loro influenza su Hamas e Fatah perché si mettano d’accordo e facciano pressione su Israele per il riconoscimento dello stato palestinese. Dal canto loro, i responsabili di Hamas si stanno adoperando per sostenere l’Egitto e i Fratelli Musulmani dopo aver abbandonato la Siria. Moussa Abu Marzouk, vice presidente dell’ufficio politico di Hamas, si è infatti trasferito al Cairo. Tuttavia, la presidenza costituirà una sfida per Mursi e i Fratelli Musulmani. Se è vero che sono per la pace con Israele, non è da escludere l’incontro con l’ambasciatore e alti funzionari.

Analisti ed esperti israeliani guardano a Shafiq come un politico moderato e affidabile nel rispettare il trattato di pace mentre Mursi è ritenuto pericoloso perché potrebbe agire spinto da un’ideologia religiosa. Tuttavia, non è importante chi diventerà presidente ma la strada che prenderà l’Egitto con lui. Secondo un funzionario israeliano, “sarà l’equilibrio tra presidenza, governo, parlamento esercito ed opinione pubblica a determinare il futuro dell’Egitto e dei suoi rapporti con i paesi vicini, Israele compreso”.

I problemi economici e sociali che l’Egitto sta affrontando in questo momento inducono anche il candidato più ostile ad ammettere l’incapacità di affrontare Israele o i suoi alleati occidentali, il che è motivo di tranquillità per Israele. Ephraim Halevy, consigliere per la sicurezza nazionale ed ex capo del Mossad, ritiene che chiunque diventi presidente dell’Egitto dovrà pensare subito e a fondo se l’anti-israelismo migliorerà o meno le possibilità di ottenere il sostegno internazionale, con tutte le pressioni per mantenere la credibilità del paese sulla scena mondiale.