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Israele prova a salvare Assad

Di Tariq Alhomayed. Asharq Al-Awsat (13/11/2012). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi

Per quanto limitata, la risposta militare israeliana contro le forze di Assad sulle alture del Golan indica che Israele sta cercando di salvare Assad e, al tempo stesso, mantiene la regione in un perenne stato di caos. Questo per complicare la crisi siriana e ritardare la caduta del tiranno di Damasco.

Dallo scoppio della rivoluzione Assad ha fatto ricorso a tutte le possibili strategie: infiammare il Libano, invadere la Turchia di rifugiati e tentare di far presa sulla sua comunità alawita, trascinare la Giordania e l’Iraq nella crisi e, prima di tutto, giocare la carta del settarismo nella stessa Siria. Da ultimo, ma non per questo meno importante, Assad sta cercando di coinvolgere Israele. E mentre Turchia, Giordania e Libano mantengono il controllo, Tel Aviv ha reagito alla prima provocazione!

Tutto ciò è strano. Assad, nel Golan, sta facendo come Saddam Hussein durante l’occupazione del Kuwait, quando lanciò missili Scud per trascinare Israele nella crisi e “mischiare” le carte. Tuttavia, l’allora Presidente degli Stati Uniti Bush senior obbligò Israele a non reagire. Non ci vuole molto a capire che Assad sta preparando la sua fuga. Perché allora Israele si sta facendo coinvolgere? Perché proprio ora che l’avanzamento militare a Damasco procede, l’opposizione siriana è finalmente unita e vista con favore dalla comunità internazionale e i giorni di Assad sono contati?

Assad mira a far piombare l’intera regione nel caos. D’altra parte a Tel Aviv non importa se la crisi siriana dura per anni e i paesi arabi circostanti vanno a fuoco. Anzi, più questi si indeboliscono, più Israele diventa forte: ecco cosa vuole Tel Aviv, anche per l’Egitto. La realtà è che finché noi arabi continueremo a creare problemi con le nostre stesse mani, Israele non esiterà a gettare benzina sul fuoco.

Occorre una posizione diplomatica efficace verso Israele e le sue azioni, da parte sia degli arabi che della comunità internazionale, Stati Uniti e Gran Bretagna in modo particolare. Serve una posizione come quella di Bush senior ai tempi dell’occupazione del Kuwait. Israele non può intervenire a “mischiare” le carte della rivoluzione siriana, permettendo ad Assad di allungare la vita al suo regime, il cui collasso è inevitabile.