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Israele e Arabia Saudita: un nuovo asse in Medio Oriente?

Di Hilmi Musa. As-Safir (04/02/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti

In Israele, ultimamente, ci sono sempre più allusioni e dichiarazioni sull’esistenza di un minimo comun denominatore tra i paesi arabi, specialmente con l’Arabia Saudita, nell’opposizione all’Iran e all’estremismo islamico. Inoltre, la leadership israeliana di destra, sottolineando che lo scontro arabo-israeliano non è la base di altri conflitti regionali più critici, spesso, si è trovata di fronte a un omertoso silenzio.

Tuttavia questa situazione è cambiata, almeno, nelle ultime settimane, a margine del forum economico di Davos e di altri incontri. Nello specifico, mentre l’Arabia Saudita in passato aveva evitato la presenza israeliana alle conferenze internazionali, adesso al contrario diversi esponenti sauditi hanno elogiato le autorità israeliane, com’è successo recentemente al principe Turki bin Faisal. Egli, infatti, non soltanto ha partecipato ad un forum in Francia al fianco di una delegazione israeliana, ma durante la conferenza sulla sicurezza a Monaco ha anche dichiarato che Israele ha tutte le carte in regola per diventare un attore molto importante in Medio Oriente qualora fosse raggiunto un accordo di pace con i palestinesi.Inoltre, il principe ha elogiato Tzipi Livni, il Ministro della Giustizia israeliano, che è alla guida della delegazione israeliana per i negoziati di pace con i palestinesi. Nonostante ciò, il cambiamento di quest’orientamento è dovuto al fatto che i sauditi, e in generale gli arabi, pur riponendo grandi speranze nel processo di pace, siano stanchi di non vedere la fine delle negoziazioni, considerate spesso come un fardello.

A tal proposito, Malcolm Hoenlein, il presidente della Conferenza dei Presidenti delle Organizzazioni Ebraiche Americane, ha concluso, in un’intervista con il quotidiano israeliano Haaretz, che le guide dei paesi arabi sono stufe della questione palestinese. Secondo il giornale, Hoenlein, infatti, si sarebbe incontrato con diversi leader arabi, che hanno espresso severe critiche alla leadership palestinese. “Li ho sentiti con le mie stesse orecchie dire che Israele è l’unica speranza per affrontare il nemico [l’Iran]”, ha aggiunto.

Anche il giornale israeliano Sof HaShavua ha discusso dell’Iran e dello sviluppo di relazioni con l’Arabia Saudita. Infatti, l’artico “Che cosa hanno offerto gli uomini d’affari e le autorità saudite ai loro corrispettivi israeliani?” ha rivelato che i sauditi hanno espresso la volontà di aprire il mercato agli israeliani qualora fosse raggiunto un accordo di pace. Riguardo all’Iran, invece, secondo un uomo d’affari israeliano e un delegato saudita, durante il forum di Davos, gli avrebbe personalmente detto: “Non vi sono dubbi che la collaborazione con gli Stati Uniti e lo scenario di un avvicinamento tra Israele e l’Arabia Saudita possano sventare il pericolo iraniano”. In modo particolare, il giornale ha spiegato che l’apertura economica e i nuovi orizzonti d’affari per gli europei in Iran sono da considerarsi una minaccia per tutti i suoi avversari, non solo per Israele.

Anche le dichiarazioni dell’industriale israeliano Zvi Yemini, di ritorno dal Forum di Davos, confermano le possibilità da parte dell’Arabia Saudita di aprire a Israele il mercato dei ventidue paesi arabi, certamente più grande di quello europeo.

Nonostante ciò, lo sviluppo delle relazioni economiche resta comunque legato alla firma di un accordo di pace con i palestinesi.

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