Di Diana Mukalled. Asharq al-Awsat (28/03/2016). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.
Il problema non si risolverà fino a quando non discuteremo del modo in cui vediamo la nostra identità e la nostra relazione con l’altro
L’ostilità e gli insulti contro arabi e musulmani dopo gli attacchi terroristici in Occidente non sembrano più toccarci. Ci siamo abituati all’idea di essere rifiutati dagli altri in quanto individui e in quanto cultura, o siamo solo occupati dai problemi a casa nostra e dall’odio settario e razziale?
Non ci vergogniamo a criticare la retorica anti-musulmana di alcuni candidati alle presidenziali USA, mentre esistono figure simili nella nostra regione che ci avvelenano con insulti e incitano all’odio verso altre religioni, altre sette e altre nazionalità? A poco a poco, abbiamo perso il diritto di criticare chi aizza contro i musulmani e gli arabi, perché siamo caduti nella stessa trappola.
Siamo osservatori, soprattutto se si pensa che di recente quanti reagiscono all’odio e all’islamofobia sono anche occidentali. L’hashtag “Stop Islam”, che ha spopolato sul web dopo gli attacchi di Bruxelles, si è presto trasformato in una campagna di solidarietà nei confronti dei musulmani da parte degli occidentali che rifiutano la retorica anti-musulmana. Nel frattempo, alcuni funzionari della polizia americana hanno condannato in modo decisivo ed eloquente il candidato alle presidenziali Ted Cruz per aver fatto appello a pattugliare i quartieri dei musulmani.
Diana Moukalled scrive per Asharq al-Awsat, Al-Hayat e Al-Wasat. È anche editore web per la libanese Future Television, dove conduce lo show Bil Ayn Al-Mojarada (A occhio nudo).
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