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Iraq: tra settarismo e disperato bisogno di know-how

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Di Ali Mamouri. Al-Monitor (24/02/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

Le decisioni arbitrarie, e poco studiate, del governo iracheno hanno portato alla luce sia l’impossibilità di valutare empiricamente la condizione dello Stato sia la debolezza dalla pianificazione strategica, che non permette di realizzare decine di progetti governativi relativi alla sicurezza, alla politica e ai servizi.

Per quanto riguarda la sicurezza, una delle grandi sfide dell’Iraq è la lotta al terrorismo. Infatti, nonostante siano state intraprese alcune misure preventive, come posti di blocco, cinte anti-esplosione e l’uso di apparecchiature d’intercettazione, come l’ADE 651, l’inefficienza di quest’attrezzatura sonar ha dimostrato che il governo iracheno non ha condotto ricerche e non ha valutato valide alternative. È risaputo, infatti, che il governo inglese ha citato in giudizio l’ATSC, l’azienda che fabbrica questa strumentazione, e che diversi rapporti, pubblicati tra il 1999 e il 2002 dal FBI e dai Sandia National Laboratories, i principali laboratori di ricerca del dipartimento sull’energia statunitense, hanno sottolineato la grave inutilità di questo sistema.

Dal punto di vista del settore terziario, la gestione dell’energia elettrica, per cui il governo iracheno continua a spendere grandi somme di denaro senza raggiungere i risultati aspettati, dimostra, analogamente, che le decisioni governative non si basano su studi scientifici condotti da esperti. Nel frattempo, però, la crisi si acuisce.

In generale, ogni volta che il governo ha a che fare con un preannunciato fallimento, le autorità si appellano a giustificazioni vaghe, come la questione della sicurezza e l’influenza delle vestigia del regime precede, mostrando l’incompetenza dei decision-maker. Nello specifico, questi gravi deficit non sono solo da ricondurre all’assenza di procedimenti che consentirebbero d’individuare, allontanare e punire i negligenti, ma anche a una peculiarità del sistema statale iracheno. Invero, la scena politica dell’Iraq è caratterizzata da una forte divisione settaria del potere e, in modo particolare, i partiti religiosi escludono i tecnocrati poiché essi appartengono, spesso, a correnti laiche e movimenti per le libertà civili.

Queste dinamiche sono emerse anche nella lotta al terrorismo che ha colpito la regione di Anbar e altre città irachene. Infatti, il primo ministro iracheno al-Maliki ha accolto un’iniziativa presentata da una municipalità della suddetta provincia, rigettando una proposta simile di Ammar al-Hakim, il leader di un grande blocco di opposizione, il Consiglio Supremo della Rivoluzione Islamica in Iraq.

Anche se la creazione d’istituzioni statali in Iraq aiuterebbe a migliorare la divisione delle funzioni in base a principi di competenza e professionalità, senza tenere conto dell’appartenenza settaria, è improbabile che in Iraq cambi qualcosa, almeno nei prossimi anni.

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