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Iraq: la guerra ai tempi del mercato globale

Gulf News (09/08/2014). Dall’inizio delle operazioni Usa nel Nord dell’Iraq la Brent Crude ha aumentato il prezzo del greggio di oltre un dollaro, raggiungendo quota 107 dollari al barile. Il mercato segue da vicino gli sviluppi della situazione in Iraq, con particolare preoccupazione per la sicurezza degli impianti petroliferi e degli oleodotti.

Il presidente Usa Barack Obama ha autorizzato per ora solo operazioni mirate, escludendo l’ipotesi di un nuovo coinvolgimento in un conflitto in Iraq, una posizione che non può non avere ripercussioni sul mercato del petrolio. Il grosso del greggio iracheno viene prodotto nel Sud, mentre nel Nord, in Kurdistan, le esportazioni verso la Turchia procedono a un ritmo di 120mila barili al giorno, anche se alcune società come la Afren hanno sospeso le operazioni per timori sulla sicurezza. Dall’inizio dei nuovi raid Usa tuttavia il prezzo dell’oro nero è sceso rispetto alle ultime settimane. “In sostanza”, spiega Oliver Jakob, analista della società svizzera Petromatrix, “i bombardamenti spingono il prezzo del petrolio più verso il basso che verso l’alto, poiché impongono una barriera all’Isis e rinforzano la stabilità in Iraq del Sud e in Kurdistan”.