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Iraq: bombe e cartelli del jihad

Al-Jazeera (24/08/2014). Dopo l’attentato alla moschea sunnita della provincia di Diyala, ieri pomeriggio altri due attentati hanno colpito le città di Baghdad e Kirkuk uccidendo almeno 42 persone. Intanto, dopo gli yazidi, gli sgherri dello stato islamico (Isis) prendono di mira i turcomanni sciiti.

A Kirkuk, città situata in una regione ricca di petrolio, tre bombe sono esplose ieri in un quartiere commerciale densamente popolato, uccidendo 31 civili e ferendone decine. Testimoni oculari (che hanno chiesto di restare anonimi per timore di ritorsioni) hanno riferito di aver sentito un’esplosione tra le automobili e di aver subito iniziato a soccorrere i feriti nei negozi e nelle macchine. Nelle stesse ore a Baghdad un attentatore suicida ha lanciato la propria autobomba contro il quartier generale dell’intelligence irachena, nel quartiere di Karrada. Sei civili e cinque agenti di sicurezza sono morti e almeno una ventina di persone sono rimaste gravemente ferite. Ancora in attesa di conferma da fonti ufficiali è invece l’attentato suicida che ieri a Erbil (capitale del kurdistan iracheno autonomo) avrebbe ucciso almeno 4 civili.

Intanto fonti non ufficiali riportano la formazione nel Sinjar di una milizia yazida, armata dai peshmerga curdi e dal Governo regionale del Kurdistan iracheno autonomo e coordinata dal Gruppi di protezione popolare (vicini al Partito dei lavoratori del kurdistan turco – Pkk). Il comandante della milizia Qassim Shashou ha detto all’agenzia di stampa curda indipendente BasNews di attendere armamenti pesanti per sostenere i peshmerga contro l’Isis. L’inviato delle Nazioni Unite in Iraq Nikolay Mladenov ha lanciato l’allarme sul rischio di una strage di un’altra minoranza, i turcomanni, sciiti e in gran parte concentrati ad Amerli (regione di Salah al-Din), attualmente sotto assedio dei cartelli del jihad dell’Isis.