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Intervista al tunisino Ramzi Harrabi

Carissime lettrici e lettori di Arabpress,

oggi sono lietissima di presentarvi una persona che si prodiga per il dialogo tra le due sponde del Mare Nostrum, riuscendo a superare, con i linguaggi dell’arte, le barriere della diffidenza e del pregiudizio. Mi ha colpito molto il suo impegno nell’intercultura, settore nel quale io stessa sono attiva e in cui credo molto. Quando l’ho contattato per sapere se era disponibile a rilasciarmi un’intervista, accennandogli appunto del mio interesse diretto nel campo e auspicando un arricchimento reciproco in virtù delle reciproche esperienze, Ramzi non solo si è messo a disposizione ma ha risposto con questa bellissima frase: “L’interculturalità senza intrecci è pari a nulla”.

Vi invito a visitare il suo sito e a vedere/sentire i brani musicali su You Tube. Sono degne di nota anche le sue poesie e le sue opere pittoriche.

Cinzia 20 giu intervista ramzi harrabi foto di maria grazia maranci
Ramzi Harrabi in una foto di Maria Grazia Maranci

Lettrici e lettori di Arabpress, ecco a voi Ramzi Harrabi, dalla Tunisia alla Sicilia.

C.: Ramzi, ho letto varie cose di te e ho ascoltato diversi brani musicali, su YouTube. Mi ha colpito molto la tua capacità di ribaltare la situazione di immigrato, mal visto dalla popolazione locale, a persona perfettamente integrata. Hai saputo far breccia fra la gente, a tutti i livelli, sfruttando le potenzialità che hanno le espressioni artistiche, superando barriere e confini e comunicando a livelli superiori, capaci di avvicinare e unire le diverse persone. Parlaci tu stesso del tuo percorso umano e artistico qui in Italia, e di tutte le belle ed interessantissime cose che fai.

R.: Anzitutto grazie per questa opportunità che mi dai di svelare un po’ del mio percorso umano e condividerlo con voi. Ramzi era un ragazzo che è finito in Italia per caso, un immigrato per caso, sono venuto in Italia pensando di rimanerci solo per un mese. Ma la realtà italiana del nordafricano mi colpì nel cuore e ci lasciò un segno. Ho trovato, in Sicilia, una comunità nordafricana frantumata e smarrita e tutto ciò mi sembrava ingiusto, così mi misi in testa che potevo fare qualcosa per loro… e per me. E cosi avvenne che ho sfidato la realtà a modo mio.

C.: Anticipo ai lettori che ti ho conosciuto tramite i Sein Tempu che, dall’Argentina, sono attualmente in tour mediterraneo per partecipare a vari eventi, tra cui uno organizzato da te. Di che si tratta?

R.: Il bello della piattaforma virtuale è che ti connette con tante persone vicine e lontane. Il gruppo Sein tempu dell’Argentina l’ho conosciuto online, in social network, e abbiamo deciso che quando fossi andato a suonare in Tunisia l’avremo fatto insieme, e cosi fu. Alla prima opportunità, per me, di suonare in Tunisia, il destino ha voluto che loro si trovassero nel Mediterraneo e cosi abbiamo potuto fare una mini tournée, insieme, nella mia terra natale.

C.: Un’altra cosa che mi ha incuriosito molto di te è il tuo interesse e le tue attività nell’intercultura. Ramzi, so che dirigi un centro interculturale, in Sicilia. Ce ne vuoi parlare?

R.: Integrazione vuol dire anche interculturalità, sono professionalmente un esperto di
comunicazione interculturale e umanamente sento di avere nel sangue la missione del dialogo interreligioso ed interetnico: non potevo far altro che fondare un polo per poter portare avanti la mia missione, ecco perché è nato il Centro degli Studi Interculturali.

C.: Sono notevoli le tue collaborazioni con altri artisti. Fra i tanti, ho visto anche la Ricciarelli. E mi ha colpito il tuo insistere su accostamenti musicali che hai chiamato “sufi-gregorian”. Il tuo modo di far musica, quindi, parla esplicitamente di accostamento tra le due sponde del Mediterraneo, tra Africa araba e Italia cristiana. È così?

R.: È così, non mi piace subire l’integrazione, mi piace essere parte attiva nel percorso di
fusione interculturale, e lo faccio in ogni modo possibile, dalla vita quotidiana alla produzione artistica. Non è una moda per me, è un modo ed uno stile di vita.

C.: Sono d’accordissimo, è quello che comunico sempre nel mio lavoro. Per una vera integrazione è necessario che ognuno preservi la propria identità e la possa mettere in campo alla pari di tutte le altre. Solo così si avvia il dialogo e se ne esce arricchiti. Bravissimo Ramzi!
Parliamo anche di un’altra bella cosa che ti riguarda: tu sei un artista a tutto campo: musicista, poeta, pittore. Hai trovato la carta vincente per esprimere e comunicare, per avvicinare e conquistare la gente. Ci vuoi suggerire dei link per ascoltare la tua musica, leggere le tue poesie e vedere i tuoi dipinti?

R.: Certamente! I lettori possono consultare il mio sito ufficiale e il mio canale YouTube.

C.: Grazie! Ho visto anche che i tuoi progetti culturali e artistici sono numerosissimi, sei sempre in piena attività! Attualmente cosa stai preparando?

R.: Proprio oggi mi sto preparando per la Giornata Mondiale del Rifugiato che si terrà nel teatro greco di Siracusa; lasciare un segno di fratellanza e di solidarietà in quel luogo sacro è importante per me.

C.: Grazie ancora per la tua disponibilità a fare questa intervista; un caro saluto e buon lavoro!

R.: Grazie a te e ad Arabpress! Un caro saluto a tutti voi!

 

Cinzia Merletti

 

About the author

Cinzia Merletti

Cinzia Merletti è musicista, didatta, saggista. Diplomata in pianoforte, laureata in DAMS, specializzata in Didattica e con un Master in Formazione musicale e dimensioni del contemporaneo. Ha scritto e pubblicato saggi sulla musica nella cultura arabo-islamica e mediterranea, anche con CD allegato, e sulla modalità. Saggi e articoli sono presenti anche su Musicheria.net. Ha all'attivo importanti collaborazioni con musicisti prestigiosi, Associazioni culturali e ONG, enti nazionali e comunali, Conservatorio di Santa Cecilia, per la realizzazione di eventi artistici, progetti formativi ed interculturali tuttora in corso.

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