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Impasse elettorale in Egitto: chi vincerà?

Al-Quds al-Arabi (02/05/14). Traduzione e sintesi di Giusi Forrisi.

L’inizio ufficiale della campagna elettorale per le presidenziale in Egitto solleva sfide difficili per le numerose parti coinvolte nel processo elettorale. Oltre al fatto che i candidati sono solamente due, a rendere la situazione complessa vi è anche l’esistenza di un Comitato Superiore per le Elezioni responsabile della loro integrità, così come la presenza di partiti politici ed organi statali, soprattutto quelli di sicurezza e di informazione, i quali si suppone svolgeranno il loro compito nella piena neutralità ed obiettività, pur essendo ormai già noto a tutti il nome del vincitore.

La supervisione diretta di 15.000 giudici al processo elettorale fornisce, da un punto di vista teorico, garanzie sufficienti a contrastare qualsiasi broglio. Tuttavia è da notare che tali garanzie furono promosse dalla macchina informativa del governo anche nelle scorse elezioni, ma la stessa dichiarò successivamente che nelle tipografie statali erano stati compiuti grandi brogli a favore dell’allora candidato Mohammed Morsi.

L’esperienza passata ha anche dimostrato l’assenza, presso il Comitato Superiore per le Elezioni, di meccanismi idonei ad impedire la violazione delle regole in campagna elettorale.

Alla luce di quanto sopra, non deve sorprendere se Hamdeen Sabbahi, secondo candidato insieme all’ex Capo delle Forze Armate Abdel Fattah El Sisi, dichiari la debolezza della Commissione e la sua “mancanza di spirito”, avviando il tour elettorale alcuni giorni prima dell’inizio ufficiale della campagna e violando in tal modo le regole.

Per quanto concerne la situazione dei candidati, questa non appare meno complessa. Hamdeen Sabbahi ha deciso di mettersi in gara, ma nessuno crede, neppure lui ed i suoi collaboratori, che possa esserci possibilità di vittoria. Ciò solleva molti interrogativi circa le vere ragioni della sua candidatura: secondo alcuni, infatti, si tratterebbe di un escamotage per ottenere la presidenza del governo.

Il maresciallo El Sisi, da parte sua, partecipa alla gara elettorale quasi segretamente, al punto che molti non sanno quale sia la sua sede elettorale e persone a lui vicine hanno affermato che non avvierà tour elettorali per questioni di sicurezza.

Per quanto concerne i mezzi di informazione privati, questi hanno il diritto di parteggiare per qualsiasi candidato, ma devono farlo in modo trasparente ed evitando l’utilizzo di un linguaggio colloquiale volto ad elogiare il futuro presidente.

Dunque, sarà soddisfatta la volontà di tutti oppure il vincitore non potrà che essere solo uno dei due?

L’esito delle elezioni è decisivo per la forma che assumerà la prossima fase del conflitto politico: da questa si determinerà il cammino verso la transizione democratica o, al contrario, verso un tunnel senza uscita.

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