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Il “refuso” del premier Davutoglu mette in ridicolo la Turchia

Davutoglu Turchia

(Elaph). Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, si è reso ridicolo dopo aver definito un “errore di stampa” l’assenza di qualsiasi riferimento al processo di pace con i ribelli curdi all’interno del programma elettorale del suo partito in vista delle elezioni parlamentari del prossimo 7 giugno.

Il processo di pace, che porrebbe fine a un conflitto con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) durato un decennio, è stato una delle pietre miliari della politica del Partito Giustizia e Sviluppo (AKP), al potere in Turchia da 12 anni. Tuttavia, molti commentatori sono rimasti disorientati quanto, la scorsa settimana, non hanno trovato alcun riferimento alla questione nel programma di 350 pagine dell’AKP, né durante il lungo discorso di presentazione di Davutoglu.

Il primo ministro ha insistito sul fatto che l’omissione non significa nulla e che alcune pagine devono essersi perse a causa della formattazione digitale e che non sono quindi pervenute ai tipografi. “Abbiamo notato che alcune pagine mancavano mentre il manifesto veniva mandato in stampa, una o due pagine”, ha detto Davutoglu, assicurando però che “quelle pagine verranno di nuovo aggiunte e il manifesto ristampato”.

Altri giornalisti hanno evidenziato il fatto che la parola “curdi” viene usata una sola volta nel testo e in riferimento alla maggiore minoranza del Paese, cioè ai “cittadini originariamente curdi”. Da parte sua, Bulent Kenes, che lavora per il quotidiano Zaman, fortemente anti-AKP, scherza: “Non sapevo che avessi tanto senso dell’umorismo!”, rivolgendosi al premier Davutoglu.

Il governo cerca la pace con i leader curdi per porre fine all’insurrezione dei membri del PKK nella Turchia sud-orientale, che reclamano l’autogestione e maggiori diritti. L’AKP conta sul sostegno curdo per le prossime elezioni per apportare alla Costituzione quegli emendamenti che permetterebbero al presidente Recep Tayyip Erdogan di brandire un forte potere esecutivo. Tuttavia, negli ultimi mesi il processo di pace sembra aver subito una battuta di arresto, con divisioni circa il disarmo del PKK prima o dopo il raggiungimento di un accordo.

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Roberta Papaleo

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  • […] A questo processo di rimozione si aggiunge la surreale assenza all’interno delle 350 pagine del programma elettorale dell’Akp, di qualsivoglia riferimento al processo di pace che dovrebbe porre fine al pluridecennale conflitto con Pkk (considerato organizzazione terroristica da Turchia, EU, Usa). Una mancanza che il Primo Ministro ha giustificato come un errore di stampa. […]