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Il poeta Adonis sulla ricerca, l’Islam e l’imprescindibilità della democrazia

Al-Jarida (05/02/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

Il poeta siriano Adonis ha criticato l’assenza di una modernità araba malgrado quanto raggiunto dagli scrittori e dai creativi arabi in ogni campo, affermando che questa stessa modernità non si raggiungerà se non si cambi il corso del pensiero e della mente. Adonis ha invitato alla “rottura” con l’eredità culturale accumulatasi in centinaia di anni e con le certezze su cui si basa il retaggio arabo attraverso un ravvivamento della ricerca, del porre domande e del pensiero per raggiungere ciò che si può chiamare una modernità.

Nell’ambito di un seminario dal titolo “Verso un nuovo discorso religioso” svoltosi nella serata di giovedì scorso presso la Fiera internazionale del Libro del Cairo, ha detto: “Le tesi, le idee che hanno avuto luogo a iniziare dal secondo secolo dell’egira (VIII sec. d.C.) in particolare a Baghdad sono più audaci, profonde e radicali delle nostre tesi contemporanee, oggi”.

Il poeta siriano Adonis
Il poeta siriano Adonis

Adonis ha poi posto quesiti riguardo quanto sta avvenendo nella regione araba tra violenza e conflitti, dicendo: “Qual è oggi il progetto arabo per ergersi davanti all’estremismo religioso? Dov’è? Cosa propongono i governi? La risposta è che non abbiamo un progetto”. Ha aggiunto che la gente che vive in questa regione unica del mondo in Paesi come l’Egitto, la Siria e l’Iraq che hanno contributo a costruire la civiltà umana ha una responsabilità davanti alla Storia e all’Altro.

Riguardo alla modernità e alla religione ha detto: “Non esiste qualcosa che si chiami rinnovamento della religione, perché ogni rinnovamento della religione è una nuova religione. Possiamo però cambiare la nostra interpretazione della religione. Ogni interpretazione è un’attribuzione al testo, facciamo dire al testo cioè presupponiamo che il testo dica qualcosa di diverso, perché l’interpretazione è un’attribuzione”.

Ed ha aggiunto: “Ogni testo per quanto sia grande se passa per una mente ristretta si farà più piccolo, così se passa per una grande mente al contrario crescerà”, e proseguendo: “Non c’è un islam vero ed un islam falso: ci sono soltanto musulmani moderati e musulmani estremisti a seconda delle loro letture ed interpretazioni. Ma l’islam è uno solo”.

Adonis non si è limitato alla critica e all’anatomia della realtà culturale e della conoscenza nella regione araba, esponendo anche il nucleo del suo progetto personale per la modernità araba, di cui ha riassunto la visione in quattro punti. “La prima rottura che deve avvenire nella cultura araba corrente è la rottura con la lettura dominante della religione e una lettura nuova della religione stessa”, ha detto, distinguendo in modo netto tra la religione e lo Stato, “perché l’islam è un messaggio, non uno Stato”.

Ha aggiunto che “non c’è alcun testo che prescrive che l’islam sia uno Stato o che la religione sia uno Stato ed il Profeta ha parlato di tutte le cose, perfino delle cose personali dell’individuo, ma non ha parlato neppure una volta dello Stato islamico che si dovrebbe instaurare”. Riguardo il terzo punto ha detto: “Bisogna creare un fronte civile laico a livello arabo che sia una nuova forma di critica alla tradizione e un riesaminarla oltre a costituire valori, rapporti umani e società nuovi”.

“Il quarto punto consiste nel liberare la cultura araba dal funzionalismo”, ha continuato, “Tutto è per il bene della cultura ma la cultura è in virtù della libertà. Più libertà, più conoscenza, più apertura nelle prospettive”. Ha concluso dicendo: “Il quarto punto è l’imprescindibilità della democrazia, perché senza democrazia non c’è libertà, non ci sono diritti e non c’è uguaglianza”.

Adonis (pseudonimo di Ali Ahmad Said Isbir) è un poeta siriano nato nel 1930 nel villaggio di Qassabin nel governatorato di Latakia.

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