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Il palestinese Rajab di 125 anni: “Desidero il ritorno degli ottomani”

Di Moustafa Habouch. Al-Quds Al-Arabi (18/02/2014). Traduzione e sintesi di Maryem Zayr.

Sicuramente i libri di storia non contengono tutte le informazioni racchiuse nella memoria di Rajab Atoum, che col viso segnato dal tempo racconta le 5 epoche vissute nei suoi 125 anni. Rajab ha iniziato come soldato nell’esercito ottomano, passando attraverso il mandato britannico, sotto il controllo egiziano, l’occupazione israeliana e attualmente sotto il dominio di Hamas nella Striscia di Gaza.

Nella sua casa nella città di Beit Lahia, nel Nord della Striscia, Rajab accoglie i visitatori per raccontare loro le sue testimonianze: grazie alla sua “memoria di ferro” è in grado di rispondere con dettagli utilissimi a qualsiasi domanda che gli viene posta. Molti palestinesi si rivolgono a lui per avere informazioni sulle loro discendenze, spesso per motivi famigliari come l’eredità.

Nato il primo gennaio del 1889 sotto l’epoca ottomana, Rajab è considerato la persona più anziana della Palestina. Fu chiamato per il servizio militare nell’esercito ottomano, che durò cinque anni. All’età di 30 anni, prestò servizio di pattuglia in Libano durante la prima guerra mondiale che si è conclusa con la disintegrazione dell’impero ottomano e il ritiro del suo esercito dalla Palestina nel 1918.

Dopo la fine della guerra, Rajab fece ritorno nella Striscia di Gaza e lì sposò la sua prima moglie, ma il matrimonio finì dopo pochi anni. Sotto il mandato britannico in Palestina, prese a lavorare in un cantiere di costruzioni nella città di Haifa, sulla costa Nord della Palestina, dove si innamorò della ragazza che sposò e che gli diede 9 figli, 5 femmine e 4 maschi: di loro, solo 5 figli sono ancora in vita, con il più giovane che ha 60 anni di età. I nipoti di Rajab cercano di far entrare il nonno all’interno della classifica dei Guinness come l’uomo più anziano del mondo.

Rajab lavorò come contadino fino alla fine del mandato britannico e alla costituzione dello stato di Israele nel 1948 nei territori palestinesi occupati, l’anno conosciuto come l’anno della NakbaRajab non dimentica quando i palestinesi vennero deportati e cacciati dai loro villaggi e dalle loro città per mano dei sionisti nel 1948. Racconta di aver ospitato in casa sua tre famiglie sfollate da villaggi e città non molto distanti dalla Striscia di Gaza fino alla costruzione dei campi per i rifugiati palestinesi. “Nessuno do noi credeva che la situazione potesse deteriorarsi così, addirittura si pensava che fosse un momento di disordine e che tutto sarebbe tornato come prima, molte persone avevano conservato le chiavi della propria casa e di notte si infiltravano all’interno dei loro terreni per raccogliere frutta e verdura”, aveva raccontato Rajab in un’intervista.

Rajab ha concluso la sua intervista esprimendo il desiderio di far tornare la Palestina al periodo ottomano, dicendo: “I turchi ottomani erano come l’oro e il mio unico desiderio prima di morire è quello di vedere i soldati dell’Impero ottomano tornare in Palestina per liberarla e per ripristinare la stabilità e la pace all’interno del suo territorio”.

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