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Il Mercante di Venezia in ebraico, ma sorge una polemica

Elaph (30/05/2012). Traduzione di Claudia Avolio

Il Mercante di Venezia, l’opera di William Shakespeare, viene rappresentata quest’anno al Globe theatre di Londra, in occasione delle celebrazioni in onore dell’autore. A salire sul palco, la storica compagnia teatrale nazionale israeliana, Habima, fondata nel 1905 in Russia e con sede attuale a Tel Aviv. Un gruppo di attori e registi inglesi di cinema e teatro ha però scatenato al riguardo un’ondata di proteste. Ciò di cui gli attori accusano la compagnia Habima, è che si “ostini a rappresentare le sue piéces negli insediamenti dei territori occupati” della West Bank. Tra chi ha sollevato la questione, ci sono i registi Mike Leigh e Mark Rylance, così come l’attrice Emma Thompson.

Fanno parte del gruppo di artisti che ha scritto al giornale The Guardian dicendo che “la compagnia Habima è complice della politica illecita di insediamento israeliano nei territori palestinesi occupati”. Per tutta risposta, il comitato delle celebrazioni dell’opera shakespeariana, ha diffuso un comunicato in cui sostiene che “il festival mondiale in corso a Londra è anzitutto  una festa in onore delle lingue e non degli Stati e delle nazioni: questa non è una riunione di governanti, o di decision-makers, bensì il confluire di artisti che hanno voglia di condividere le loro storie. Crediamo fermamente che portare insieme le persone col pretesto di raccontare e cambiare prospettiva sia molto meglio che metterle a tacere e isolare gli uni dagli altri”.

Fuori dal Globe theatre si sono viste sia una manifestazione pro-Palestina che una pro-Israele. Date le tensioni del caso, sono state prese misure di sicurezza molto rigide: controlli in tutti gli aeroporti, che prevedono metal detectors, perquisizioni manuali dei bagagli e degli altri effetti personali. Nonostante le misure adottate, a dieci minuti dall’inizio dello spettacolo teatrale, dagli spalti è stato alzato uno striscione che diceva “Fuori l’apartheid israeliano dal palco del teatro!” e altre persone portavano simbolicamente una striscia di nastro adesivo sulla bocca. Una delle persone arrestate per via della protesta – circa 15 in tutto – e più tardi rilasciate, ha descritto quanto accaduto dicendo che “è stata una protesta pacifica il cui messaggio è che si sbaglia nello sfruttare la cultura per tirare a lucido l’immagine di uno Stato, senza intraprendere invece una strada che scoraggi dal violare i diritti umani”.