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Il massacro di Trisma e lo shock di Annan

AlQuds AlArabi (13/07/12). Traduzione di Alessandra Cimarosti.

Il massacro di Trisma che ha avuto luogo l’altro ieri e nel quale sono morte più di 300 persone è un ulteriore “vergogna” del regime siriano che va ad aggiungersi alle stragi di Hula, Baba Amro e così via. Il regime di Assad non può giustificare questo massacro gettando la colpa sui gruppi armati, come è già successo per i massacri precedenti, e ciò perché le immagini non mentono.

Kofi Annan, inviato delle Nazioni Unite in Siria, accusato da più persone di parteggiare per il regime, ha condannato questa strage con parole dure e ha aggiunto che “le forze siriane hanno utilizzato armi pesanti contro lo sfortunato villaggio nel governatorato di Hama”. Annan ha espresso il suo shock per i duri scontri che hanno causato la morte di numerose persone e molti feriti. Ha inoltre aggiunto che “sono stati utilizzati mezzi pesanti come l’artiglieria, i carri armati e gli elicotteri”.

Annan non può imbattersi in accuse a vanvera, l’uomo gode della fiducia del regime siriano. Ha richiesto il coinvolgimento dell’Iran nelle trattative o nei piani destinati a trovare una soluzione politica alla crisi in Siria; oltre a ciò, ha visitato l’Iraq così come ha intenzione di visitare Mosca il prossimo lunedì, mostrando i suoi sforzi per metter fine al bagno di sangue in Siria e per organizzare la transizione pacifica del potere.

Non si capiscono però le ragioni che spingono il regime a commettere questi massacri di volta in volta, e a dimostrare tanta crudeltà; le vittime sono cittadini siriani che cercano di proteggere le proprie vite, di essere al sicuro anche se sono in disaccordo con il suo governo e i suoi argomenti.

Anche fosse vero che esistono bande armate nei villaggi colpiti o che sia colpa di alcuni elementi dell’esercito siriano libero, sono morte persone innocenti, così come possiamo vedere dalle immagini trasmesse da reti televisive, alcune delle quali anche vicine al sistema.

Se il sistema crede di spaventare il popolo siriano attraverso questi massacri, si sbaglia di grosso, perché questo popolo non è rimasto intimidito dai massacri precedenti ed è stato in grado di portare avanti la sua rivoluzione per più di 16 mesi consecutivi, senza esitare nel concedere vittime e martiri.

Il sistema è nella trappola dell’illusione, secondo la quale è necessario intensificare l’uso dei mezzi di sicurezza intrisi di sangue, per dimostrare la sua forza e la sua compattezza, anche in seguito alle divisioni verificatesi negli ultimi giorni, con la fuga del generale Manaf Talas e l’allontanamento dell’ambasciatore siriano in Iraq, Nawaf AlFaris, le due figure più vicine alla cerchia ristretta al potere.

La forza del regime, di qualsiasi regime, si manifesta nel proprio impegno umano con i propri cittadini, sulla base dell’uguaglianza e della giustizia, anche nei momenti difficili. Il regime siriano sembra essere del tutto contrario a questa logica.

Pensavamo che il massacro di Hula sarebbe stato l’ultimo, con tutta la sua crudeltà, ma ci siamo sbagliati; ci convinciamo che ci saranno altre stragi, anche più brutali, sul cammino di questo popolo siriano afflitto.