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Il leader di Hezbollah sulla Siria: Bashar o la distruzione

Al-Sharq Al-Awsat (15/05/2012). Traduzione di Cristina Gulfi

Le dichiarazioni di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, sulla situazione in Siria, secondo cui il popolo ha due possibilità – una serie di riforme sotto l’attuale regime o la rivoluzione – vogliono dire una cosa molto semplice: Bashar o la distruzione.

Quando Nasrallah afferma che “quello che sta accadendo attualmente in Siria non è una richiesta di riforme” e che il popolo siriano ha due strade davanti a sé, “un serio processo di riforme” guidato dalle autorità, oppure “la distruzione nelle mani di forze che forniscono armi, soldi e terroristi suicidi”, le sue parole sono esattamente come i carri armati del regime che girano per le strade della Siria con su scritto “Assad o nessun altro”. Il messaggio è lo stesso, solo che Nasrallah lo manda attraverso i media mentre il regime sui carri armati che ammazzano i siriani. Ma quanti arabi sono morti comunque a causa dei media? Nasrallah sta adottando il punto di vista del regime di Assad, in base al quale quanto sta accadendo in Siria è dovuto ai finanziamenti esteri e al terrorismo di Al-Qaeda. Lo stesso Bashar al-Jaafari, rappresentante permanente di Assad alle Nazioni Unite, ha detto una bugia senza precedenti, e cioè che Al-Qaeda sarebbe il frutto di un’alleanza arabo-occidentale contro il regime siriano.

In realtà, le ultime affermazioni di Nasrallah hanno due destinatari. Da una parte le sue parole sono dirette alle forze di sicurezza siriane, al cui interno ci sono continui dissensi. Riferiscono i ben informati sulla questione siriana che l’esercito guarda con particolare attenzione i canali televisivi Al-Manar e Al-Alam, per cui Nasrallah sta cercando di convincerli del bisogno di stabilità, che Assad sta portando avanti un processo di riforme e che si tratta di un atto di sabotaggio dall’estero. Dall’altra parte, Nasrallah si rivolge al Libano per ribadire che se Assad cadesse, il partito Hezbollah non esiterebbe a ripetere quanto fatto nel maggio del 2008, quando occupò la parte sunnita di Beirut. La Tripoli libanese è già andata in fiamme, a conferma delle minacce di Assad di dar fuoco all’intera regione, prima di tutto alla Siria, se fosse costretto a lasciare il potere.

Il messaggio di Nasrallah è molto semplice: Bashar o la distruzione. Il leader di Hezbollah è parte integrante di una macchina politica e mediatica a favore di Assad. Ce ne sono molti altri come lui, in Iraq e altrove, e tutti si muovono sotto l’egida dell’Iran. L’intento è quello di convincere Assad che ora ha l’opportunità di fuggire, approfittando dei cambiamenti politici in Francia e Russia, che hanno bisogno di tempo per stabilizzarsi, e della preoccupazione degli USA in vista delle elezioni. Ma la buona notizia,  brutta per Assad, Nasrallah e altri di loro, è che la torcia della rivoluzione sta già bruciando e sta passando di mano in mano in tutta la Siria. Altro aspetto importante è che la comunità internazionale si sia resa conto della gravità dell’equazione “Assad o la distruzione” e che la rapida caduta del tiranno siriano potrebbe proteggere l’intera regione dal pagare un grave costo.