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Il governo israeliano approva la legge sullo Stato ebraico

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Di Ziad Halabi. Al-Arabiya (23/11/2014). Traduzione e sintesi di Domenica Zavaglia.

Il governo israeliano ha votato a favore del contestato disegno di legge che prevede il rafforzamento della natura ebraica dello Stato d’Israele in merito al suo “carattere democratico”.

In base a tale legge, la definizione di Israele nelle Leggi Fondamentali, che sostituiscono la Costituzione, sarà “Stato Nazionale del popolo ebraico” invece di “Stato ebraico e democratico”, specificandone quindi la natura istituzionale ed aprendo la porta alla discriminazione verso le minoranze arabo-israeliane.

Gli arabi costituiscono il 20% della popolazione d’Israele e discendono dai 160 mila palestinesi che sono rimasti nella loro terra dopo la proclamazione dello Stato d’Israele nel 1948. Malgrado abbiano la cittadinanza israeliana, gli arabi vengono trattati come cittadini di seconda classe, soffrendo di una chiara discriminazione nell’ambito delle opportunità di lavoro ed in particolare in quello delle abitazioni.

In seguito ad un’intensa riunione, il governo israeliano ha approvato il decreto con una maggioranza di 14 voti favorevoli e 6 contrari. Tra questi ultimi, secondo quanto riportato dai media,  i ministri dei partiti centristi guidati da Yair Lapid, ministro delle Finanze, e Tzipi Livni, ministro della Giustizia.

Il disegno di legge, presentato in due versioni, era stato proposto dai deputati Zeev Elkin, del partito al-Yakud, e Ayalet Shaked, membro de La Casa Ebraica, partito nazionalista di estrema destra; entrambi i partiti fanno parte della coalizione del governo di destra, guidata da Benjamin Netanyahu,

Majid Kiyāl, membro di Adalah (in arabo ‘giustizia’), un centro per i diritti  della minoranza araba di Israele, ha affermato: “Cambiare la legge non cambia le politiche messe in pratica da Israele su tutto il territorio, ma promuove una tendenza razziale e anti-democratica in seno alle Leggi Fondamentali, che hanno un carattere istituzionale; di conseguenza, essa attribuisce una connotazione razzista ed estremista all’essenza del sistema giuridico”. Kiyāl dunque conclude che “questo disegno di legge mira a rafforzare la visione anti-democratica”.

Questa proposta di legge ha suscitato l’indignazione di deputati e ministri di centro-sinistra che temono che tale proposta porti ad un’istituzionalizzazione della discriminazione verso la minoranza arabo-israeliana. Il procuratore generale e consulente legale del governo, Yehuda Weinstein, ha criticato questo disegno evidenziando il fatto che indebolisce il carattere democratico dello Stato d’Israele.

Dal canto suo, Dennis Sharpett, professore di scienze politiche presso la Open University d’Israele, ha confermato che presentando due versioni della stessa legge Netanyahu si è assicurato gli elementi più estremisti della coalizione di destra, aggiungendo che tale disegno sarà rettificato prima di essere sottoposto alla votazione della Knesset. Afferma inoltre che “si tratta di una farsa politica: Netanyahu sa che il disegno di legge non è accettabile poiché la critica del consulente legale del governo riflette l’incertezza della maggioranza”.

In base alla dichiarazione diffusa dal portavoce del primo ministro Ofir Gendelman, all’inizio della riunione di governo Netanyahu ha affermato che “lo Stato d’Israele è lo Stato nazionale del popolo ebraico in cui l’uguaglianza dei diritti individuali di tutti i cittadini vengono riconosciuti e conferiti solo al popolo ebraico”. Netnyahu ha aggiunto: “C’è un’altra ragione per cui oggi abbiamo bisogno di questa legge, che è l’esistenza di molti elementi che si oppongono alla natura d’Israele come Stato Nazionale del popolo ebraico. I palestinesi rifiutano di riconoscerlo e vi si oppongono dall’interno. C’è poi chi vuole la creazione di un governo autonomo in Galilea e nel Negev, ma ciò nega i nostri diritti nazionali”.

Dichiara inoltre Netanyahu: “Non capisco chi voglia tornare ad avere due Stati per due popoli e che allo stesso tempo si oppongono all’approvazione di questa legge; favoriscono il riconoscimento del popolo palestinese e contestano fortemente uno Stato Nazionale ebraico”.

Ziad Halabi corrispondente Israele e Palestina per Al-Arabiya.

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