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Il Cairo dichiara Hamas “organizzazione terrorista”: perché proprio ora?

Hamas

Di Yasser al-Banna. Middle East Monitor (04/03/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia.

HamasA una prima occhiata, la decisione della Corte del Cairo per le questioni urgenti di etichettare Hamas come un’organizzazione terrorista sembra essere una farsa. Tuttavia guardando meglio, si capisce che dietro a questa decisione si nasconde uno schema preciso.

Questo ci porta a ipotizzare due alternative. La prima è che il governo egiziano abbia intenzione di attaccare militarmente Hamas o altre organizzazioni palestinesi nella striscia di Gaza. La seconda è che questa decisione possa essere legata a un futuro accordo regionale, voluto recentemente dalla leadership saudita, che ha ricevuto da poco i presidenti della Turchia e dell’Egitto.

Credo che la prima possibilità sia inverosimile al momento, dato il costo esorbitante che dovrebbe sostenere il governo egiziano per organizzare un attacco aereo e i risvolti indesiderati a cui andrebbe incontro il Paese dopo un’azione del genere. Per quanto riguarda la seconda possibilità, è molto probabile che sia quella da prendere in considerazione. Vediamo perché.

Le autorità egiziane hanno annunciato improvvisamente la decisione di dichiarare Hamas un’organizzazione terrorista, come se non fosse in programma. Anzi, la stessa Corte il 26 gennaio aveva deciso che non si sarebbe occupata di casi di questo genere. Cos’è cambiato nel frattempo?

Che benefici avrà l’Egitto da questa decisione presa proprio ora? Sicuramente nessuno. Invece gli svantaggi saranno innumerevoli, a livello interno, regionale ed estero.

Qual era la decisione prima della visita del presidente egiziano in Arabia Saudita, che guarda caso ha coinciso con la visita del presidente turco? Quest’incontro incrociato è stata solo una coincidenza? Non credo, in particolare perché giornali egiziani vicini al governo parlavano dei tentativi sauditi di raggiungere un avvicinamento tra Egitto e Turchia.

Per questo la spiegazione più logica di questa decisione è la seguente: la leadership egiziana si è resa conto che l’Arabia Saudita sta pianificando un accordo per una riconciliazione tra l’Egitto, i Fratelli Musulmani, la Turchia e il Qatar e questo in vista di preparare la regione alla lotta all’espansione iraniana, che è iniziata in Yemen e si sta espandendo nel Levante.

Che c’entra Hamas con tutto questo? Questa è una buona domanda. La risposta è che per procedere con l’affare, i Fratelli Musulmani, il Qatar e la Turchia potrebbero porre come condizione che l’Egitto lasci un po’ la presa sulla Striscia di Gaza e su Hamas.

Allora il governo egiziano, per evitare di riempire queste condizioni,  o per non fare eccessive concessioni, ha deciso di imporre nuove restrizioni sulla Striscia di Gaza, inclusa quella “pericolosa” di dichiarare Hamas un’organizzazione terrorista. L’Egitto considererà che cancellare questa decisione giudiziale sia già di per sé una grande concessione.

Tutto questo significa che la regione conoscerà seri cambiamenti in un futuro molto prossimo? Non necessariamente: gli sforzi sauditi sono solo tentativi i cui risultati sono sconosciuti. E anche se l’Arabia Saudita è un attore principale in questa recita, non è l’unico sul palcoscenico.

Yasser al-Banna è un giornalista che scrive da Gaza per il Middle East Monitor.

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