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Il burqa di jeans Diesel non fa infuriare proprio nessuno

Articolo di Giusy Regina

Su molti giornali italiani si è parlato negli ultimi due giorni della nuova campagna pubblicitaria del noto brand Diesel, che a quanto pare sta facendo il giro del mondo grazie al social network Twitter. Una modella dai tratti occidentali vestita solo di un burqa di jeans, con le braccia completamente tatuate, ne è l’assoluta protagonista. E accanto la scritta in inglese “I am not what I appear to be” (Non sono quella che sembro).

Ed è subito polemica. O forse no. Secondo molte fonti infatti, la pubblicità avrebbe scatenato un vero e proprio putiferio tra i musulmani più conservatori e le femministe più agguerrite. Si scrive di offese contro l’Islam, di provocazione, di fedeli musulmani indignati, del web che si divide tra chi lo considera cattivo gusto e chi genialità.

In realtà, leggendo i principali giornali arabi (così come quelli francesi e spagnoli), la notizia di questa nuova campagna pubblicitaria con polemica annessa non viene neanche menzionata, tanto che verrebbe da chiedersi se anche la polemica stessa non facesse parte della campagna. Pubblicità nella pubblicità insomma: una vecchia tecnica che non passa mai di moda.

Sicuramente qualcuno vedendola non avrà apprezzato, considerandola poco rispettosa, ma ad oggi non c’è una vera questione aperta, né milioni di musulmani offesi e quant’altro. Magari domani o nei prossimi giorni e mesi ci sarà, ma non oggi, non adesso.

 

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