Palestina Zoom

Il balletto diplomatico della Palestina nel 2014

Di Asma Ajroudi. Al-Arabiya (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Il 2014 è stato l’anno in cui le nazioni occidentali hanno iniziato a esprimere la loro crescente frustrazione nei confronti delle politiche israeliane e a manifestare la loro intenzione di riconoscere la Palestina come uno Stato in seno alle Nazioni Unite. Ad aprire la strada a questo processo è stata la Svezia, che è diventata la prima nazione occidentale europea e membro dell’UE a riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese.

Il 17 dicembre scorso, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione non vincolante che recita: “[Il Parlamento] è a favore del riconoscimento per principio dello Stato di Palestina e della soluzione a due Stati”. Gli eurodeputati di sinistra avevano inizialmente proposto una mozione che invitava i 28 Stati dell’Unione a riconoscere immediatamente la Palestina come Stato e senza alcuna condizione. Tuttavia, il voto del Parlamento è ancora considerato “simbolico”.

Nonostante ciò, il voto del Parlamento Europeo ha mandato un “messaggio politico” a Tel Aviv circa questa “massiccia preoccupazione in Europa che le politiche del governo israeliano non conducano effettivamente a una soluzione a questo conflitto e minano quella che la comunità internazionale vede come una soluzione”, ha commentato Chris Doyle, direttore del Council for Arab-British Understanding.

Il collasso dei negoziati di pace nell’aprile scorso, l’assalto israeliano di 50 giorni su Gaza, l’espansione degli insediamenti nei territori reclamati dai palestinesi: tutto ciò ha portato alcuni Paesi europei a far sentire sempre più la loro voce nell’esprimere frustrazione contro Israele.

Ripercorriamo, in sequenza cronologica, i voti simbolici a favore dello Stato di Palestina da parte di alcuni Paesi europei:

Regno Unito – 14 ottobre 2014

La Camera dei Comuni britannica vota (274 contro 12) una mozione non vincolante a favore di del riconoscimento dello Stato palestinese. Il voto ha luogo una settimana dopo l’annuncio dell’intenzione di un riconoscimento ufficiale da parte del nuovo primo ministro svedese, Stefan Lofvan.

Svezia – 30 ottobre 2014:

Il governo svedese riconosce ufficialmente lo Stato di Palestina. La Svezia, stretto alleato di Washington e membro attivo nelle operazioni militari occidentali, è il primo Paese dell’UE dell’Europa occidentale a compiere un simile passo. La mossa contraria Israele al punto da ordinare il ritiro del suo ambasciatore da Stoccolma.

Spagna – 19 novembre 2014:

I parlamentari spagnoli votano a favore (319 contro 2, 1 astensione) di una proposta che invita ufficialmente il governo al riconoscimento della Palestina come Stato. Il testo, proposto dai socialisti all’opposizione, non fissa una scadenza, ma recita: “Questo riconoscimento dovrebbe essere la conseguenza di un processo negoziato dalle due parti che garantisca la pace e la sicurezza per entrambe, il rispetto dei diritti dei cittadini e la stabilità regionale”.

Francia – 2 dicembre 2014:

L’Assemblea Nazionale francese vota a favore (399 contro 151) di una mozione simbolica per riconoscere la Palestina come Stato, facendo eco al Regno Unito. Il testo viene proposto dai socialisti al governo e invita “il governo francese a usare il riconoscimento dello Stato di Palestina come uno strumento per ottenere una risoluzione definitiva al conflitto”.

Irlanda – 11 dicembre 2014:

Il Senato irlandese approva una risoluzione non vincolante che invita il governo a riconoscere ufficialmente la Palestina come Stato. La mozione è proposta dal senatore dell’opposizione Averil Power e recita: “Il Senato irlandese invita il governo al riconoscimento formale dello Stato di Palestina e a fare quanto possibile a livello internazionale per aiutare ad assicurare una soluzione a due Stati al conflitto israelo-palestinese”.

Portogallo – 12 dicembre 2014:

Il parlamento portoghese adotta una raccomandazione che invita il governo a riconoscere lo Stato palestinese proponendo “il riconoscimento, in coordinamento con l’Unione Europea, dello Stato di Palestina come indipendente e sovrano”.

Inoltre, Islanda, Malta, Cipro e diversi altri Paesi dell’Europa Centrale avevano già riconosciuto ufficialmente lo Stato palestinese alla fine degli anni ’80, prima di aderire all’UE.

Secondo Doyle, tuttavia, questo cambiamento ha più a che fare con il fatto che Israele stia “perdendo sostegno” piuttosto che per il fatto che i palestinesi si stiano comportando meglio nell’arena diplomatica. La gente si chiede “com’è possibile che un governo pretenda che Tel Aviv appoggi una soluzione a due Stati e lo Stato di Palestina e allo stesso tempo continui a espandere insediamenti”, conclude Doyle.

Asma Ajroudi è una giornalista free-lance degli Emirati Arabi Uniti.

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