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I detenuti di Hirak Rif in sciopero della fame per farsi riunire in un unico carcere

Gli attivisti del movimento popolare Hirak Rif in Marocco, insieme alle loro famiglie, protestano per essere riuniti in un solo penitenziario e per ottenere migliori condizioni.

Hespress (18/05/2019). Traduzione e sintesi di Lorenzo Doglioni


Le famiglie dei detenuti del movimento “Hirak Rif” richiedono che tutti gli attivisti vengano riuniti nella prigione più vicina a loro, vale a dire il penitenziario di Nador 2 (Marocco). Richiedono, inoltre, un miglioramento delle loro condizioni, in particolare dopo le promesse non mantenute della delegazione generale per i penitenziari, e il loro trasferimento in un unico braccio comune.

Le famiglie di questi detenuti hanno annunciato che “visto che la delegazione generale per i penitenziari continua a rompere le promesse fatte ai prigionieri dell’Hirak Rif in sciopero della fame, in presenza dei rappresentati del consiglio nazionale per i diritti umani, e visto che rimandano l’adempimento a semplici richieste come il raduno di questi detenuti e il miglioramento delle loro condizioni, Samir El Hasani, detenuto politico nella prigione di Tangeri 2, si è visto costretto a uno sciopero della fame che dura da lunedì 13/5/2019 per farsi ricongiungere con i suoi compagni in uno stesso carcere”. Ha annunciato, inoltre, che “anche il prigioniero politico Mohammad El Majawi ha deciso di fare uno sciopero della fame per tre giorni, a partire da lunedì 20/5/2019, in protesta contro la sua deportazione arbitraria al penitenziario di Tetouan e la sua separazione dal resto dei suoi compagni senza alcuna giustificazione, confermando la sua intenzione di intraprendere uno sciopero della fame dopo il Ramadan in caso non venga trasferito con i suoi compagni alla prigione di Tangeri 2”.

“I due detenuti politici Rabie El Ablak e Abd El Ali Houd si rivolgono alle loro famiglie, alla fine della loro visita, informandoli che ricominceranno lo sciopero della fame fino a data da destinarsi se la delegazione generale per l’amministrazione dei penitenziari non farà fede alle proprie promesse”.

L’associazione Thafra incolpa la delegazione per “le conseguenze del deterioramento delle condizioni di salute fisica e psicologica del detenuto politico Mohammad El Majawi, in sciopero della fame da qualche settimana”.

L’organizzazione per i diritti umani chiede al consiglio nazionale per i diritti umani, in quanto istituzione costituzionale, di fermare ogni forma di discriminazione tra i detenuti del movimento popolare, garantendo loro gli stessi diritti per quanto riguarda visite, spazi, nutrimento, cure mediche, riparo e telefonate alla famiglia.

La commissione per i diritti umani ha menzionato le iniziative attive o in fase di sviluppo per la risoluzione della crisi del Rif e per il rilascio dei detenuti politici, dichiarando che “chi desidera veramente e sinceramente la liberazione dei detenuti appartenenti al movimento popolare del Rif deve darsi da fare a convincere lo stato dell’iniziativa e a formare una forza a livello sociale per far pressione allo stato”.

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