Politica

Hamas e l’Unione Europea: prove di dialogo

Incontri e colloqui segreti fra il movimento di resistenza islamico palestinese e cinque Stati membri dell’Unione Europea. L’indiscrezione è dell’Associated Press, la fonte è Osama Hamdan uno dei maggiori rappresentanti di Hamas al di fuori dei Territori Palestinesi.

Un vero e proprio canal di dialogo, aperto per normalizzare la posizione di Hamas sullo scenario diplomatico internazionale. Fonti non ufficiali affermano che fra i Paesi coinvolti ci sarebbero Gran Bretagna, Olanda e Francia. Altre fonti riportano la presenza di Austria e Svezia, ma nessuna conferma è dai nessuno di questi cinque Paesi.

Tuttavia forse non è importante conoscere i nomi dei rappresentanti che si sono incontrati nelle scorse settimane. Indipendentemente da quali siano gli Stati dell’Unione Europea disposti a parlare con Hamas la vera notizia è che cinque diplomazie occidentali siano sedute al tavolo con un’organizzazione considerata alla stregua di al-Qaeda.

Questo potrebbe comportare un importante cambio di status per Hamas che, una volta normalizzata la propria posizione, potrebbe presentarsi come interlocutore credibile anche sul piano delle relazioni internazionali e non solo sullo scenario politico palestinese.

Del resto il movimento di resistenza islamica è consapevole di dover sfruttare, quasi ad ogni costo, il nuovo clima geopolitico regionale che si sta creando nei vicini Paesi arabi dove osserviamo una netta e decisa affermazione delle forze islamiste. Hamas potrebbe, e vorrebbe, in tal senso presentarsi come un attore prettamente politico sulla linea di tutti gli altri movimenti vicini alla Fratellanza Musulmana che stanno trovando ampia affermazione ad esempio in Egitto, Marocco e Tunisia.

Certo il prezzo da pagare per ottenere la rottura dell’isolamento internazionale potrebbe essere alto e decisamente difficile da fare accettare alla componente più estremista del movimento. Un eventuale riconoscimento internazionale implicherebbe l’abbandono della lotta armata e la riformulazione di storiche alleanze regionali (vedi l’Iran). In tal senso tuttavia, l’abbandono di Damasco ed il trasferimento del Politburo a Doha, sembra essere già un primo convincente segnale di quale direzione sta assumendo la nuova linea politica del movimento di resistenza islamico.

Marco Di Donato

About the author

Zouhir Louassini

Zouhir Louassini. Giornalista Rai e editorialista L'Osservatore Romano. Dottore di ricerca in Studi Semitici (Università di Granada, Spagna). Visiting professor in varie università italiane e straniere. Ha collaborato con diversi quotidiani arabi tra cui al-Hayat, Lakome e al-Alam. Ha pubblicato vari articoli sul mondo arabo in giornali e riviste spagnole (El Pais, Ideas-Afkar). Ha pubblicato Qatl al-Arabi (Uccidere l’arabo) e Fi Ahdhan Condoleezza wa bidun khassaer fi al Arwah ("En brazos de Condoleezza pero sin bajas"), entrambi scritti in arabo e tradotti in spagnolo.

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