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Haifa: un museo senza le mura per promuovere la convivenza

Di Creede Newton, Middle East Eye. Traduzione e sintesi di Giusy Regina

Nella città vecchia di Haifa, una città storicamente araba che si trova nel nord di Israele oggi, la storia è visibile in ogni angolo.

L’area porta il marchio degli abitanti storici della città. Nel 1947, quando la Palestina era sotto il mandato britannico, Haifa era abitata da circa 70.000 palestinesi e 71.000 ebrei, molti dei quali si erano stabiliti lì dopo le ondate di immigrazione sionista del 19° e 20° secolo, provenienti da tutta Europa e dal Nord America. Quando la guerra che ha portato alla creazione dello Stato di Israele ebbe inizio, la popolazione palestinese che non arrivò a Haifa, si fermò a Wadi Nisnas. Questa è l’area di haifa in cui vive la maggior parte dei cittadini arabi di Israele, tra cui palestinesi e siriani provenienti dalle alture siriane del Golan, occupate dagli israeliani nel 1967.

Un quartiere misto cristiano e musulmano noto per i suoi edifici in pietra, i falafel, il suq e gli abitanti amichevoli: Wadi Nisnas ospita anche più di 60 mostre d’arte permanenti all’aperto e per questo è chiamato “Museum Without Walls” (MWW – il museo senza le mura). L‘arte è ovunque, anche sulle pareti di edifici abbandonati nel 1948, così come per le strade, nei cortili e sulle scale utilizzate per salire le colline di Haifa.

La mostra a cielo aperto è iniziata nel 1996 con la collaborazione di Beit HaGefen, un’organizzazione con sede a Haifa che “educa verso la coesistenza, il vicinato e la tolleranza attraverso attività comuni, culturali e artistiche” tra le tante religioni che vivono in città – ebrei, cristiani e musulmani (compresi i drusi).

Secondo il ministero degli Affari Esteri israeliano, il MWW è stato uno dei primi luoghi in cui sono state organizzate mostre collettive di artisti arabi palestinesi ed ebrei importanti o emergenti”. Dal 1996, la mostra ha esibito oltre 800 opere e ospitato oltre 500 artisti.

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