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Grande o piccola guerra in Siria?

Di ‘Ali Ibrahim. Asharq al-Awsat (10/09/2013). Traduzione e sintesi di Teresa Uomo.

Data l’esperienza della guerra in Iraq del 2003, che ha portato militari americani e britannici nel paese, ci sono stati dibattiti nelle capitali occidentali sugli eventuali attacchi militari contro il regime siriano, colpevole di aver utilizzato le armi chimiche contro i ribelli.

Nessuno vuole ripetere  l’esperienza irachena: il motivo principale di quella guerra sembrava essere la presenza di armi di distruzione di massa, ma in realtà l’obiettivo era un cambio di regime vero e proprio.

La Siria si trova ora in teoria nella stessa condizione dell’Iraq prima della guerra del 2003, ma in pratica c’è una grande differenza. Non ci si aspetta infatti lo stesso risultato.

È difficile prevedere con precisione il percorso che intraprenderà il Congresso degli Stati Uniti. Allo stesso modo, sarà difficile prevedere il risultato della votazione che ha avuto luogo nel Parlamento britannico dopo il voto della Camera dei Comuni contro l’intervento militare. L’opposizione non era del tutto convinta che l’attacco militare limiterà qualcosa o cambierà la situazione.

Grande o piccola guerra in Siria? Questo è il problema. La ruota gira nel senso di azioni militari e c’è probabilità che il Congresso abbia concesso il consenso al presidente degli Stati Uniti d’America. Ancora più importante è avere una visione del dopoguerra in modo da non ripetere l’esperienza in Iraq, che ha spodestato il regime e le istituzioni statali sono state smontate senza piani futuri.

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