Agenzie (23/11/2014). Organizzazioni non governative e movimenti sindacali hanno invitato le petromonarchie del Golfo a porre fine agli abusi ai danni di milioni di lavoratori stranieri.
In una dichiarazione congiunta diffusa da Human Rights Watch, 90 Organizzazioni non governative (Ong) e sindacati di varie parti del mondo hanno esortato le autorità delle monarchie della Penisola araba a garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori migranti e a modificare l’istituto della kafala (patrocinio). L’appello è stato firmato anche da Amnesty International e dalla Confederazione sindacale internazionale. Per questi lavoratori provenienti in gran parte da paesi asiatici e africani e il cui numero ufficiale è stimato attorno ai 23 milioni, non esistono diritti: salari non pagati, confisca di passaporti, maltrattamenti fisici e lavori forzati. Particolarmente esposti all’arbitrio dei padroni sono i 2,4 milioni di lavoratori, e soprattutto lavoratrici, domestici. Duramente criticato inoltre il sistema della kafala, che impedisce ai lavoratori assunti nelle petromonarchie di lasciare il paese o cambiare lavoro. Finora solo il Qatar si è impegnato ad abolirlo entro il 2015, naturalmente in vista dei mondiali di calcio del 2022.
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