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Giordania vs Daish: quali saranno le prossime mosse?

Abdallah II Giordania

Di Abdulrahman al-Marsi. Middle East Monitor (06/02/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

Muath al-Kasasbeh giordania daishIn seguito all’orribile morte del pilota giordano, Muath al-Kasasbeh, la regione araba e la comunità internazionale hanno iniziato a interrogarsi sulle prossime mosse delle autorità giordane. Nabil al-Sharif, politologo ex ministro delle Comunicazioni ed ex portavoce del governo, ha dichiarato che “in Giordania, in questo momento, c’è una diffusa rabbia e i cittadini sono disposti ad appoggiare ogni decisione del loro Stato. Ogni opzione, perciò, è aperta”.

La Giordania fa parte della coazione guidata dagli Stati Uniti, ma negli ultimi due giorni ha iniziato una nuova fase di intensi attacchi arei contro Daish (ISIS). Inoltre, Al-Jazeera ha riportato che l’esercito giordano ha mobilitato le proprie forze di terra, portandole più vicino al confine con l’Iraq.

Sempre secondo al-Sharif, infatti, a Giordania si è impegnata in diverse occasione nella lotta contro il terrorismo, ricordando il ruolo delle sue Forze Speciali nella cattura di Abu Musab al-Zarqawi, un membro di al-Qaeda già arrestato dall’intelligence giordana e responsabile degli attacchi in tre hotel in Amman nel 2005. Oltre a ciò, le Forze Speciali della Giordania, che sono costantemente addestrate dall’esercito americano, sono tra le migliori nella lotta al terrorismo in Medio Oriente .

Le prospettive sono molteplici. La Giordania potrebbe rispondere sia all’interno della coalizione guidata dagli Stati Uniti, sia attraverso una missione speciale, ma ciò richiede più supporto materiale. Gli USA, a questo scopo, hanno aumentato il loro piano d’aiuti al Regno a un miliardo di dollari dopo la morte di Kasasbeh. Analogamente, Barack Obama ha richiesto che cinquanta milioni di dollari del budget fiscale per l’anno 2016 vengano dati alla Giordania per modernizzare e migliorare le sue forze contro minacce asimmetriche e nelle operazioni anti-terroristiche.

Tuttavia, è improbabile che gli attacchi aerei abbiano qualche effetto. Perciò, mentre potrebbe profilarsi l’ipotesi di un’azione via terra, c’è chi crede che sia necessario aumentare il supporto internazionale per le forze locali in Siria e in Iraq, come i ribelli moderati in Siria, l’esercito iracheno e i peshmerga curdi.

Abdulrahman al-Marsi è un giornalista free-lance con base in Canada e si occupa di politica mediorientale, con un interesse particolare per la Siria.

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