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Gerusalemme e le incursioni israeliane nel complesso di Al-Aqsa

Al-Aqsa

Di Rima Mustafa, Al-Arabiya (15/10/2014). Traduzione e sintesi di Francesca Passi.

Questa settimana, è ricorsa più volte l’immagine dei coloni ebrei che pregano nel complesso della moschea di Al-Aqsa di Gerusalemme mentre i fedeli musulmani restano esclusi fuori, bloccati davanti alle porte d’ingresso del luogo sacro.

Durante gli ultimi giorni della festività ebraica del Sukkot, ovvero la “Festa dei Tabernacoli” o “Festa delle Capanne”, che ha una durata di sette giorni, i coloni ebraici hanno infatti invaso la Spianata delle Moschee fuori dalla moschea di Al-Aqsa, impedendo così l’ingresso ai musulmani palestinesi che vi si recavano per recitare la preghiera dell’alba. In un secondo momento, è stato deciso di consentire l’accesso soltanto ai palestinesi di età superiore ai cinquant’anni.

I fedeli musulmani si sono così riuniti alle porte di Al-Aqsa per manifestare contro questo divieto di accesso alla moschea, la quale è stata messa sotto assedio da centinaia di soldati. Gli slogan gridati a gran voce dai manifestanti sostengono che Al-Aqsa appartenga soltanto ai musulmani e che i non-musulmani, di conseguenza, non possano rivendicare alcun diritto su di essa.

In un’intervista rilasciata a Al-Arabiya, il presidente dell’Alto Comitato Islamico nonché predicatore della Moschea di Al-Aqsa, lo Shaykh ‘Ikrima Sabri, ha dichiarato: “Israele immagina di potersi appropriare di Al-Aqsa con la forza, anche se soltanto il popolo che si oppone a quest’occupazione può rivendicarne i diritti, e ciò rappresenta il suo punto di forza contro Israele”.

Sabri ha inoltre aggiunto: “Israele crede che l’impegno dei Paesi arabi nella lotta contro il terrorismo possa distoglierli dalla questione di Al-Aqsa, ma non si rende conto che ciò che sta facendo non è altro che terrorismo, lo stesso che la comunità araba disapprova in maniera più assoluta.

Il mondo arabo e islamico ha infatti condannato le recenti incursioni avvenute nella moschea, sostenendo che questi episodi abbiano senza dubbio contribuito al deterioramento della situazione nella regione.

Dal canto loro, i leader israeliani, guidati da Moshe Feiglin, un deputato del partito Likud, chiedono esplicitamente di poter pregare all’interno di Al-Aqsa, della quale fa parte anche il Muro Occidentale, il cosiddetto “Muro del Pianto”. Secondo la credenza ebraica, sarà possibile riappropriarsi di questo luogo sacro solamente dopo la venuta del Messia, il quale vi edificherà un terzo tempio.

Rima Mustafa, è un’inviata di Al-Arabiya a Gerusalemme.

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