Al-Monitor (25/10/2014). Nonostante le ripetute aggressioni israeliane, nella Striscia di Gaza l’arte sopravvive e fiorisce come denuncia e sublimazione del dolore, nelle espressioni figurative e teatrali come negli happenings estemporanei.
Eyad Sabbah, artista figurativo, ha catturato il dolore e la distruzione del quartiere di Shajaiya, zona orientale di Gaza City, e lo ha riprodotto nelle sue statue di terracotta poste tra le macerie.Titolo del progetto “Worn Out“, in riferimento alla distruzione materiale ed esistenziale lasciata dalla guerra. Stesso tema, con maggiore attenzione alla condizione di donne e bambini, per la mostra dell’artista Hana Hamash intitolata “Gaza 52”, ovvero il giorno dopo i 51 giorni di aggressione israeliana. Anche le rappresentazioni teatrali hanno lo stesso leitmotiv, come spiega Raafat al-Aidi, attore, regista e membro dell’organizzazione Ayyam al-Masrah, che con il teatro tenta anche di far superare il trauma della guerra ai bambini.
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