News Palestina Zoom

Di fronte al pontefice, Abbas e Peres giurano per la pace

Di Pablo Ordaz. El País (08/06/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Rappresentati dai due presidenti Mahmoud Abbas e Simon Peres, papa Francesco ha chiesto a palestinesi e israeliani di avere “coraggio per dire sì al dialogo e no alla violenza, per abbattere i muri dell’inimicizia e intraprendere il cammino del dialogo”. Sia Abbas che Peres hanno concordato che i loro popoli desiderano la pace “ardentemente”. “Una pace tra pari”, ha detto il presidente israeliano. “Una pace per noi e per i nostri vicini”, ha ribadito il leader palestinese. Si è trattato di un semplice incontro di preghiera per invocare assieme la pace. Solo questo, niente di più, niente di meno.

L’incontro si è diviso in tre parti, ognuna dedicata alla preghiera delle tre comunità religiose. Come commentato dal francescano Pierbattista Pizzaballe, Custode di Terra Santa e tra gli organizzatori dell’incontro, le preghiere per la pace di un rabbino, un sacerdote e un imam hanno costituito una “pausa dalla politica”, anche se, ovviamente, la politica era alquanto presente.

Il solo intervento di papa Francesco è stato un appello alla responsabilità dei due leader: “Signori presidenti, il mondo è un’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri antenati, ma è anche un prestito dei nostri figli. […] Molti, troppi di questi figli sono caduti vittime innocenti della guerra e della violenza, come piante sradicate in piena fioritura. È nostro dovere che il loro sacrificio non sia vano. Che la loro memoria infonda in noi il valore della pace”. Il pontefice ha insistito sull’importanza di una sfida che non può essere più rimandata: “Per ottenere la pace, c’è bisogno di coraggio, molto più che per fare la guerra”.

Sembra che sia Abbas che Peres abbiano ricevuto il testimone. Il presidente israeliano, anche se nella fase finale di un mandato più ufficioso che ufficiale, ha dichiarato: “In questa commovente occasione, traboccante di speranza e piana di fede, con il pontefice facciamo appello alla pace tra le religioni, le nazioni, le comunità, tra uomini e donne. Che la vera pace si tramuti presto nella nostra eredità”.

Da parte sua, il presidente palestinese, che ha condiviso con Peres gli elogi all’autorità morale di papa Francesco, ha trasformato il suo discorso in una preghiera: “Ti supplico, Signore, in nome del mio popolo, il popolo di Palestina – musulmani, cristiani e samaritani – che desidera con ardore una pace giusta, una vita dignitosa e la libertà; ti supplico, Signore, un futuro prospero e libero per il nostro popolo in uno Stato sovrano e indipendente. Concedi, Signore, alla nostra regione e al suo popolo la sicurezza e la stabilità. Salva la nostra benedetta città di Gerusalemme”.

L’incontro si è concluso con un abbraccio e uno scambio di baci tra Abbas e Peres sotto lo sguardo compiaciuto del pontefice. Dopo, insieme hanno piantato un olivo e si sono ritirati presso la Pontificia Accademia delle Scienze per parlare, in privato, del cammino, ancora chiuso e pieno di pericoli, che essi vogliono di nuovo aprire.

Vai all’originale