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Francia: corso sulla laicità per gli imam, per un Islam moderato

YaBiladi (11/09/12). Due corsi inizieranno il prossimo ottobre all’Università di Lione. Il primo sarà incentrato sulla laicità e sulla Repubblica e sarà destinato a religiosi musulmani (imam, responsabili di associazioni musulmane). Il secondo che al contrario verterà sulla religione, la libertà religiosa e l’Islam, sarà destinato a funzionari non musulmani. Questa decisione è stata annunciata dal prefetto della regione Rhône-Alpes, Jean.François Carenco. Questo progetto è stato organizzato in collaborazione tra l’Università di Lyon-III, l’Istituto cattolico di Lione e l’Istituto di Civilizzazione musulmana. Costo stimato: 120.000 euro, la prefettura sovvenzionerà oltre 80.000 euro. “Hamdulillah” Ci siamo riusciti, abbiamo il budget, abbiamo i soldi!” ha esclamato felice Benaissa Chana, presidente regionale del Consiglio francese, musulmano, e tra gli iniziatori del progetto.

Per un Islam moderato e virtuoso

“La maggior parte degli imam ignorano tutto ciò che concerne la laicità, il vivere insieme…” confida Chana, e aggiunge “Molti di loro vengono dal “bled” (paese). Penso che questa formazione li aiuterà molto”. Il suo augurio è che “gli imam comprendano la società francese” affinché ci sia in Francia “un Islam moderato e virtuoso”. Progetti simili sono stati lanciati a Parigi nel 2008 e a Strasburgo nel 2011, ma non hanno avuto molto successo. Secondo Jean-François Carenco, “i tentativi parigini sono stati incentrati troppo sulla religione”. Proprio per questo il progetto di Lione ha messo l’accento sulla laicità.

Gioco politico-religioso?

Il progetto è stato discusso nel giugno 2011, ed è da un anno che è stato accettato. In tutto questo tempo si è preparato un modello su misura che mettesse al centro dell’attenzione la laicità?

Se l’iniziativa riguardo alla formazione degli imam ha soddisfatto sia i religiosi che i responsabili della regione, altri hanno visto in questa nuova dinamica dell’incoraggiamento al “vivere insieme”, un modo sottile dello Stato di immischiarsi nella vita religiosa musulmana. Stéphanie Le Bars, giornalista di Le Monde, nel suo articolo “Nuovo tentativo per formare ‘imam repubblicani’” è di questa opinione. Idea formalmente rigettata da parte dei religiosi e dalla prefettura che insistono affermando che l’unico scopo che si intende perseguire è la laicità.