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Francia: condannata discriminazione verso arabi e persone di colore da parte della polizia

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(El País). Per la prima volta un tribunale francese ha definito i controlli operati da alcuni agenti della polizia come “discriminatori”, in quanto per lo più basati sull’aspetto fisico degli individui “senza alcuna previa giustificazione oggettiva”. Di fatti in Francia, il paese europeo che effettua più controlli di identità, è sei volte più probabile che la polizia chieda i documenti a una persona di colore; se arabo o di origine araba, nove volte in più.

In un paese multirazziale con evidenti problemi di convivenza, il tema fa discutere da parecchio tempo ed è talmente sensibile che il presidente François Hollande aveva persino incluso nel suo programma elettorale nel 2012 l’introduzione di una regola che imponesse agli agenti di polizia di indicare per iscritto il motivo di ogni controllo di identità.

Tuttavia, la regola non è mai stata applicata: gli agenti fermano fanno controlli a loro discrezione e registrano i dati personali del fermato senza una dichiarazione ufficiale o una giustificazione. Allo stesso tempo, il fermato non ha diritto di ricevere una giustificazione.

Il fenomeno è diffuso in molti paesi, ma in Francia è la prima volta che un tribunale francese segnala che 5 su 13 persone che avevano sporto denuncia per dei controlli di natura discriminatoria hanno avuto ragione di lamentarsi in quanto fermati per il loro aspetto. Ora il governo sta studiando come imporre la regola della giustificazione.

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