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“Fractured Spring”, l’arte della libanese Helen Zughaib tra parole arabe e umanità

Islamic Arts Magazine (24/08/2014). Traduzione di Claudia Avolio.

In copertina l’opera dal titolo “di/as/pora” di Helen Zughaib

La mostra personale alla galleria al-Quds (The Jerusalem Fund – Washington – 5 settembre – 17 ottobre) dal titolo “Fractured Spring” (Primavera Fratturata) è la più recente espressione delle serie create dall’artista libanese Helen Zughaib circa le implicazioni della Primavera Araba. Le nuove opere di Helen Zughaib si compongono di dipinti, calligrafia ed installazioni: molte di esse sono dittici, trittici o pezzi multipli, “fratturati” per indicare in qualche modo la sua preoccupazione sulle conseguenze dei movimenti in tutto il mondo arabo.

Usando tempere e una tecnica meticolosa, esplora la calligrafia a ripetizione, sovraimpressa sulle sue figure femminili velate – suo tratto distintivo – anche se il mantra di pace è ora spesso interrotto nelle sue opere. In “Segreti Velati” ha sovraimpresso una calligrafia araba a ripetizione realizzata a mano con inchiostro in una scritta che recita “Ci sono molti segreti sotto il velo” su una figura vestita di una abaya, con le parole che formano un secondo velo che avvolge la figura. Quest’immagine è parte delle sue serie che indagano le percezioni e mispercezioni delle donne velate in Occidente.

 "Chiclets" di Helen Zughaib"
“Chiclets” di Helen Zughaib”

Nuova è anche l’esplosione dell’immaginario à la Andy Warhol con opere come “Chiclets” che esplorano il fascino del mondo arabo per i marchi di fronte alla povertà e al caos urbano. In questo trittico l’artista ha dipinto realistiche repliche di grandi dimensioni (60cmX90cm) delle scatole di gomme da masticare Chiclets – con testo in arabo e inglese – accostate a un ritaglio di giornale (15cmX23cm) lavorato con collage e pittura che ritrae una bambina in una strada di Beirut mentre vende gomme Chiclets nel traffico.

Il trittico dal titolo ‘di/as/pora’ con le sue figure femminili che si muovono in uno spazio vuoto allude allo sfollamento che rivoluzioni, guerre e caos nel mondo arabo hanno causato per la gente comune. Molte delle opere di Helen Zughaib per questa mostra si riferiscono alla Siria e al Libano – Paese, quest’ultimo, in cui l’artista è nata e conserva ancora legami famigliari. Ha creato una serie di mattonelle dal titolo “Pezzi di Te” in cui prende a modello i pavimenti tradizionali siriani, intervallate da spazi vuoti, in gentile omaggio alla Siria fatta di calore e case famigliari, ora in macerie.

Nel suo dipinto a tempera “Generazioni Perdute” immagini multiple di donne ritratte nei vestiti super-colorati e in diverse fantasie – tratto tipico dell’artista – tengono in mano fotografie realizzate in una sfumatura fantasma di grigio pallido come un negativo, delle persone amate perdute. Il colorato miscuglio tradisce la tragica perdita che queste persone hanno sofferto.

Molte delle altre opere della mostra rendono omaggio alle vite fratturate da quanto sta avvenendo in Medio Oriente – dalla Palestina alla Siria e all’Egitto. Un’installazione dal titolo “Memoriale di Primavera 3” fa riferimento alle sue precendenti due installazioni-memoriali in cui aveva usato fiori di seta per coprire una dishdasha e una kifaya per riconoscere i morti negli scontri della Primavera Araba. In questa terza installazione, ha disegnato col gesso su un muro nero in dimensioni maggiori rispetto alla grandezza naturale la classica linea della polizia che indica una vittima deceduta su una scena del crimine. Inseriti entro la linea di gesso vediamo decine di papaveri bianchi di ceramica (realizzati dall’artista stessa).

Helen Zughaib ha tenuto di recente una mostra nell’ambito dell’iniziativa “Il Piacere dell’Occhio” (Sharjah, Emirati Arabi Uniti) e le sue opere verranno presto esposte al Museo Nazionale Arabo Americano (Detroit), Baltimora, Parigi e Amsterdam. Le sue opere si trovano in collezioni nazionali (degli Stati Uniti, dove l’artista ha studiato e vive, ndr) ed internazionali che includono la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, la Biblioteca del Congresso e la Banca Mondiale.

Guarda alcune opere di “Fractured Spring” e vai all’originale