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Le elezioni palestinesi: benedizione o maledizione?

elezioni palestina

Di Hani Masri. As-Safir (19/07/2016). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Finalmente è giunta una bella notizia: il movimento Hamas ha sorpreso la maggior parte delle aspettative mostrandosi favorevole alle elezioni locali in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, purché la Commissione Elettorale garantisca la non discriminazione durante le elezioni, affidando il controllo dell’operato agli apparati di sicurezza di Hamas.

Se da una parte, Hamas ha chiuso un occhio quando l’Autorità Palestinese, guidata da Rami Hamdullah, ha fissato la data delle elezioni senza previa consultazione con il movimento stesso, dall’altra, il governo di Hamdullah, il presidente palestinese (Mahmoud Abbas) e il movimento Fatah hanno agito allo stesso modo circa l’accordo stipulato tra la Commissione Elettorale e Hamas per il controllo del processo elettorale, amministrativo, legale e di sicurezza. Si è trattato di un’intesa equilibrata e positiva che permetterà al popolo di esprimersi nella scelta degli enti locali. Da qui, la considerazione delle elezioni come una benedizione, anche se potrebbero assumere un aspetto del tutto differente.

La decisione di Hamas ha stupito molti, e soprattutto il movimento Fatah che, dalla sua, soffre per divergenze interne. Lo stesso si trova a dover competere con un forte concorrente, quale Hamas, che potrebbe anche vincere. Tuttavia, tale situazione potrebbe spingere Fatah a serrare la sua schiera e tentare di includere nella propria lista elettorale un maggior numero di fazioni dell’OLP, con personalità e istituzioni della società civile, delle famiglie e dei clan, aumentando le sue probabilità di vittoria. Di conseguenza, le elezioni potrebbero essere indette o prorogate anche in quei comuni dove il movimento crede di poter vincere. Mentre, Hamas potrebbe interromperle laddove teme di poter perdere. 

Al di là di ciò, si spera che tali elezioni possano creare circostanze migliori per un dialogo nazionale volto a porre fine alla pagina nera della divisione e alla restaurazione dell’unità. Infatti, l’avvio di tali elezioni arriva dopo l’aggravarsi della situazione di stallo nazionale che minaccia la causa palestinese, il suo popolo e la sua terra, nonché i rapporti tra i due movimenti, Fatah e Hamas, ognuno con le sue crepe, interne ed esterne.

Per concludere, le potenze di sinistra, e in particolare la cosiddetta “terza potenza”, hanno il compito di trattare le elezioni locali come un’occasione per sviluppare i propri tratti distintivi e organizzare i propri schieramenti in vista di una riconsiderazione della causa palestinese e del programma nazionale, rinnovando la legittimità nazionale ed elettorale delle istituzioni palestinesi.

Hani Masri è uno scrittore e analista politico palestinese, direttore del Centro Palestinese sulle ricerche politiche e sugli studi strategici.

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