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Egitto: sciopero dei negozianti a Port Said

Egypt Independent (12/11/2012). Quella di ieri è stata una domenica di sciopero per i negozianti di Port Said, contro la decisione del governo di rinnovare la licenza di libero commercio per soli due anni. I negozianti chiedono che la città rimanga una free trade zone per un periodo indefinito, invitando le forze di sicurezza a prevenire l’eventuale contrabbando di beni dall’estero in Egitto. Questa è una delle accuse mosse al governatore di Port Said, proprio il contrabbando non preso seriamente, che avrebbe danneggiato il commercio nella città.

I negozianti si stanno battendo affinché si ripristini il decreto del 1976 con cui l’ex-presidente Anwar Sadat convertì Port Said in una zona di libero commercio. Secondo chi protesta, questo tipo di politica avrebbe favorito molto nel rendere Port Said un porto che accoglie dozzine di navi mercantili ogni giorno. Nel 2002 l’ex-presidente Hosni Mubarak cambiò la politica di libero commercio, alzando le tariffe e vedendo decrescere gli scambi commerciali nei vari porti. Alcuni osservatori si convinsero all’epoca che le decisioni introdotte fossero atte a punire i residenti di Port Said per il tentativo d’assassinio ai danni di Mubarak nel corso della sua visita alla città nel settembre 1999.

Prima della nuova politica, la zona di libero commercio di Port Said era molto famosa per i capi confezionati e i tessuti, così come per la logistica e i servizi marittimi. Dopo le nuove regolamentazioni, questi settori risultano drasticamente colpiti. Le disposizioni del 2002 giunsero in seguito all’accusa da parte del governo ai prezzi bassi della zona di libero commercio di Port Said, che avrebbe danneggiato l’economia generale dell’Egitto. Alcuni funzionari dissero che l’area era stata sfruttata per contrabbandare beni a basso costo verso Il Cairo ed Alessandria.