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Egitto: rischio crisi alimentare

Al-Masry al-Youm (20/09/2012). All’allarme lanciato dal Rapporto di monitoraggio globale della Banca Mondiale per il 2012, si aggiungono ora le voci di diversi economisti egiziani. Le economie dei paesi dell’Africa Settentrionale e del Medioriente non hanno raggiunto gli “obiettivi di sviluppo del millennio”, ovvero l’autosufficienza alimentare. L’Egitto ad esempio importa oltre il 40% di generi alimentari necessari al soddisfacimento del fabbisogno nazionale, mentre per il grano la percentuale sale al 60%. Un sintomo di arretratezza dell’economia nazionale che espone questi paesi al rischio costante di aumenti improvvisi di prezzo e che significa, per decine di milioni di persone, la possibilità di trovarsi da un giorno all’altro a non poter provvedere al proprio sostentamento. “Il cammino verso il dimezzamento della percentuale di persone che soffrono la fame è decisamente rallentato in Medioriemte e Nord Africa”, si legge nel rapporto della Banca Mondiale, “in periodi di innalzamento dei prezzi dei generi alimentari il doppio fardello della malnutrizione e dell’indigenza cronica cresce,  con possibilità di coesistenza di obesità e malnutrizione nello stesso nucleo familiare o addirittura nella stessa persona”. Sempre per quanto riguarda l’Egitto, uno degli indicatori di un’imminente crisi alimentare è la svalutazione che il nuovo governo dovrà affrontare nei prossimi mesi. Esaurite le riserve di valuta straniera, che finora hanno mantenuto costante il valore della valuta nazionale, ben presto la scelta sarà tra la svalutazione e la crescita esponenziale del debito. Un problema ben più serio di un film di pessima qualità.