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Egitto: perfino la polvere della Primavera araba svanisce

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La Primavera araba ha spinto sull’orlo del baratro lo stato egiziano e nonostante le numerose difficoltà il paese vede i segnali di un futuro migliore

Di Mohammed Salah. Al- Hayat (02/01/2017). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi.

Il 2016 non è stato un anno semplice per l’Egitto sotto molto aspetti, ma è stato migliore rispetto agli anni precedenti caratterizzati dal caos, la mancanza di sicurezza, la stagnazione economica e il conseguente deterioramento delle condizioni di vita. Il paese è diventato più sicuro malgrado le vittime del terrorismo in Sinai e in altre città. Lo Stato ha adottato misure economiche difficili e la gente ha sofferto per l’innalzamento dei prezzi e la povertà, ma lo Stato è rimasto solido nonostante rimanga il rischio di un tracollo. La paralisi del turismo, della produzione e la svalutazione della sterlina ha spinto le persone a mantenere lo stato nonostante i sabotaggi perpetrati dai Fratelli Musulmani.

In questo contesto, l’Egitto è rimasto scottato dalla primavera araba e non smette di pagare il prezzo della sua sopravvivenza. I rischi del collasso aumentano a causa degli effetti della cultura del caos che la primavera araba ha diffuso: un tornado che ha avuto un effetto negativo sull’economia, la sicurezza e la pace sociale. Il terrorismo si è trasformato in una costante e i Fratelli Musulmani sono divenuti una nuova variabile nella sicurezza, attraverso il sabotaggio dell’economia. Con il nuovo anno, sembra che lo stato continuerà la sua guerra al terrorismo con un importante appoggio popolare e un enorme supporto internazionale e regionale che non ha eguali.

Le organizzazioni dei diritti umani, i centri di ricerca, gli intellettuali e i politici occidentali e arabi, non smettano di adottare la retorica dei Fratelli Musulmani che interpreta ogni evento, misura o decisione che mira a combattere l’estremismo, il terrorismo e il sabotaggio come una violazione delle libertà.

L’organizzazione dei Fratelli Musulmani, sotto la loro veste democratica, hanno commesso e continuano a commettere errori che hanno incrementato enormemente il loro divario con il popolo. Il tempo trascorre senza che i fratelli riescano a realizzare i loro obbiettivi, poiché lo stato rimane saldo mentre loro si indeboliscono sotto la politica di Al-Sisi che li considera sullo stesso piano del gruppo jihadista Ansar Bait al-Maqdis. Pertanto, l’ammissione della sconfitta e dei propri errori da parte dei Fratelli Musulmani, potrebbe inaugurare un nuovo corso di cambiamento, ma, allo stato attuale, si tratta di una remota possibilità.

In effetti, le condizioni economiche egiziane potrebbero migliorare considerevolmente verso la fine dell’anno se dovesse manifestarsi un ritorno del turismo ai suoi standard e i passi della riforma dovessero dare risultati; oltre al pompaggio di gas dalla nuova regione del mediterraneo. Tuttavia, gli egiziani si sono abituati a queste condizioni poiché la primavera araba non si è ancora dissolta del tutto.

Sotto l’aspetto politico sono emersi alcuni segnali nello scorso anno che suggeriscono come l’Egitto si sia impegnato nella lotta alla corruzione. Ciò avverrà attraverso l’implemento dei meccanismi di lotta alla corruzione e il ritorno di un apparato di controllo a livello amministrativo per la ricerca della corruzione. Inoltre, vi saranno delle misure per allargare la base della partecipazione politica. Questo cambiamento notevole avverrà attraverso il rilascio dei giovani in custodia cautelare o condannati alla pena detentiva; insieme ad una serie di conferenze in cui parteciperanno giovani delle forze di opposizione con la presenza di Al-Sisi.

È trascorso un anno difficile e ne verrà un altro ancora più difficile; del resto la vita degli egiziani non è mai stata agevole.

Muhammad Salah è uno scrittore e giornalista egiziano, direttore dell’ufficio di Al-Hayat al Cairo.

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