Egitto in Movimento I Blog di Arabpress

Egitto, Paese nel caos

Egitto
Dal blog Egitto in Movimento di Ludovica Brignola

Cinque anni, tre presidenti, 2 rivoluzioni. Una moneta in caduta libera, un’inflazione inarrestabile, un regime anti-democratico.

Questo è il quadro dell’Egitto, uno dei Paesi al centro della geopolitica internazionale odierna, con un destino incerto dal 25 gennaio del 2011, la data che segna la prima rivolta popolare che ha chiesto democrazia nel Paese.

E cinque anni dopo ecco che si parla di nuovo di rivoluzione. Immagini di piazza Tahrir del 2011 con la scritta “ritorneremo” appaiono sul web, grazie al quale gli egiziani ancora riescono ad esprimere il loro pensiero e le loro frustrazioni. Fotografie di ragazzi uccisi dalla dittatura o morti in prigione dopo l’arresto per manifestazione nelle piazze popolano le pagine Facebook opposte al regime di Al-Sisi. E spuntano immagini di banconote con sovraimpresso: “povertà e corruzione: scendiamo (in piazza) e non ci arrendiamo”. Quasi un grido di guerra presente ormai un po’ ovunque nel tessuto sociale egiziano, e non solo tra i Fratelli Musulmani – l’opposizione al regime, ora diventata illegale, che nel 2012 aveva democraticamente eletto a presidente Mohammed Morsi. La frustrazione e la rabbia coinvolgono anche professori, studenti, scrittori provenienti dai ceti più agiati del paese, che vedono un futuro grigio per l’Egitto nei i prossimi anni.

“Il problema è che noi egiziani ci preoccupiamo troppo poco. Finché qualcuno non ci punta una pistola alla testa non alziamo la voce. Il motivo per cui i Presidenti rimangono al potere oltre il loro mandato? Perché ce li lasciamo noi”, scrive un giornalista egiziano sul web, secondo il quale c’è bisogno di azioni da parte del popolo alla luce della brutalità della polizia, quelle stesse brutalità che il Presidente aveva promesso di combattere a inizio mandato, nel 2012.

“La polizia mi ha sparato alla schiena e ho preso lacrimogeni negli occhi, ma ritornerò a manifestare, questo disagio economico e sociale è insostenibile”, così afferma un giovane egiziano, dicendosi pronto a tornare a protestare. Insieme alle sparizioni forzate e al regime repressivo, la situazione economica è infatti una delle cause principali del malcontento popolare. Il cambio dollaro-sterlina egiziana ha raggiunto un rapporto di 1 a 13 (era 1 a 6.3 ), l’inflazione è arrivata al 15% – ai massimi da sette anni – ed è in grado di sfiorare il 20%, secondo Bloomberg, prima di fine anno. Il Paese sta cercando di portare a termine un accordo con l’FMI per un prestito di 12 miliardi, al quale seguirà una svalutazione della moneta. Una misura vista come necessaria data la carenza di moneta estera e riserve nell’economia locale.

Ma il governo non si arrende ed è di tutt’altro avviso. “Ci sono molte persone contro di me e contro l’Egitto. Ai primi segnali di rivolta mi servono soltanto sei ore per inviare l’esercito in tutto il Paese e spegnere ogni focolaio”. Così ha affermato pochi giorni fa Al-Sisi in un discorso pubblico.

Il Parlamento egiziano ha approvato la scorsa settimana una nuova legge sul settore pubblico che prevede tagli ingenti alla pubblica amministrazione. Il Presidente aveva detto infatti a inizio anno che dei sette milioni di dipendenti statali soltanto un milione fosse realmente necessario. E riguardo al futuro ha affermato: “Sono fiducioso che i membri del Parlamento siano in grado di prendere decisioni difficili per mantenere la stabilità e la sicurezza dello Stato, aprendo la strada alla crescita economica”.

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Ludovica Brignola

2 Comments

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  • Totally agree with you Ludovica Brignola and it’s a great article

    My opinion as the below points:

    1- A double standard we have it even also with the last president and also no president since Gamal Abd Al Nasir cares about poverty people
    2- I care about economy in the first step and then democracy
    3- our presidents don’t have a skills (crisis management) … etc

    This is short comment about our country

    Totally ur article is touched my heart ❤️ ? and talks about a big segment in Egypt ?? more than 70-80 %