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Ecco come l’Algeria è proiettata verso il disastro economico

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Di Tewfik Abdelbari. Tout sur l’Algérie (19/09/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Il deficit di bilancio dell’Algeria è quantificato a 476,8 miliardi di dinar per il primo trimestre del 2015, secondo i dati forniti dalla Banca d’Algeria. Nella sua ultima nota congiunturale, l’istituto ha rilevato un deficit di 902,8 miliardi in maggio. A questo ritmo, tenendo anche in conto il crollo dei prezzi del petrolio, il deficit semestrale dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.100 miliardi. Di conseguenza, secondo i calcoli di alcuni esperti economisti, il deficit di bilancio annuale per il 2015 oscillerà tra i 1.800 e i 2.000 miliardi di dinar. Inoltre, il Fondo di regolazione delle entrate (FRR) è in caduta libera: tra il giugno 2014 e lo stesso periodo del 2015, ha subito un crollo del 33%.

Nonostante questi dati, il governo non sembra rendersi conto della gravità della crisi e delle potenziali conseguenze che essa potrebbe avere sulle finanze pubbliche e sull’economia del Paese. Le disposizioni contenute nella bozza della legge finanziaria per il 2016, che punta ad aumentare le entrate fiscali, sono di gran lunga insufficienti e non permettono un riadattamento del deficit di bilancio. Di fatto, anche nel migliore dei casi, nel 2016 il deficit continuerà a pesare parecchio.

In questo conteso, il governo commette un errore strategico: punta tutto su una ripresa “miracolosa” dell’andamento del petrolio a partire dall’anno prossimo, cosa che aumenterebbe a sua volta le entrate dell’Algeria (imposte del petrolio). Ora, per il momento non c’è alcun indizio di una ripresa dell’andamento dell’oro nero. Anzi il contrario: la maggior parte degli esperti tende a prevedere una stagnazione, se non addirittura un’ulteriore ribasso dei prezzi del petrolio.

L’Algeria si troverà di fronte a due scelte dolorose: un piano d’austerità brutale, preparato sull’orlo del baratro; oppure, ricorrere di nuovo al debito estero andando a bussare alla porte dei mercati finanziari, o anche al Fondo Monetario Internazionale (FMI) in caso di grave degrado della bilancia dei pagamenti.

Questi due scenari non sono poi così incredibili, anzi sono perfettamente prevedibili. La bozza della legge finanziaria per il 2016 sembra non tenerne conto. Anche se i nostri dirigenti hanno fatto uno sforzo, esso non sembra essere all’altezza della situazione.

Tewfik Abdelbari è un giornalista specializzato in economia per Tout sur l’Algérie.

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Roberta Papaleo

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