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E se Mandela fosse stato palestinese?

Zoom 13 dic Mandela palestinaDi Khaled Diab. Haaretz (10/12/2013). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Dalla morte di Nelson Mandela, molti sono stati gli elogi per glorificare il grande uomo in tutto il mondo – alcuni sinceri, altri opportunistici; alcuni genuini, altri ipocriti. Nonostante le imperfezioni, Nelson Mandela è stato uno dei pochi leader del XX secolo – forse l’unico – ad aver avuto successo sia come rivoluzionario, sia come statista.

La mia intenzione è quella di esaminare l’eredità di Mandela nel contesto israelo-palestinese e valutare se il modello sudafricano da lui creato potrebbe aiutare a condurre israeliani e palestinesi verso la Terra Promessa della pace.

Tuttavia, molti sostengono che una delle ragioni per cui i palestinesi non hanno raggiunto la loro terra promessa è perché non hanno mai avuto un leader della statura e con la visione del vecchio Madiba. “I palestinesi avevano bisogno di un Mandela, ma si sono beccati un Arafat”, mi ha detto un conoscente israeliano.

Questo punto di vista, però, svela che anche gli israeliani sono stati seriamente ingannati dalla loro leadership. Sì, i palestinesi non hanno avuto il loro Mandela, ma è anche vero che gli israeliani non hanno avuto il loro Frederik Willem de Klerk e si sono tenuti Yitzhak Rabin.

Sebbene le Klerk sia ormai acqua passata, non credo di esagerare nel dire che senza il suo saggio contributo, Mandela, che comunque merita il credito maggiore, potrebbe aver fallito nella sua missione di smantellare l’apartheid sudafricano. Dopo tutto, nonostante l’essere stato un irriducibile conservatore per la maggior parte della sua carriera politica, de Klerk ha voluto un Sud Africa non-razzista, ha liberato Mandela dalla prigione e ha gestito una sorprendente transizione democratica.

Ma se Mandela fosse stato palestinese e se avesse trovato il suo de Klerk israeliano, avrebbe potuto avere successo dove Arafat e Rabin, e tutti gli altri leader, hanno fallito?

Benché sia allettante credere che ciò di cui palestinesi e israeliani hanno bisogno è un salvatore, ci sono alcuni problemi strutturali nel contesto israelo-palestinese, primo fra tutti il conflitto etnico-religioso, che potrebbero sconfiggere un qualsiasi Mandela.

Anche se i palestinesi hanno considerato Mandela come la loro anima gemella, se il vecchio Madiba fosse davvero stato un leader palestinese, temo che la sua filosofia sarebbe andata incontro a un’ondata di oppositori. Nonostante l’indubbio sostegno tra i pragmatisti, alcuni lo avrebbero etichettato come “traditore” solo per il fatto di richiedere la parità dei diritti civili all’interno della cornice israeliana esistente, mentre altri lo avrebbero ignorato come “normalizzatore” per la sua inevitabile collaborazione con Israele.

Mentre la situazione assomiglia sempre più alla segregazione dell’apartheid sudafricano, molti palestinesi, ma anche un numero crescente di ebrei israeliani, sono convinti che l’unico modo per andare avanti è quello di uno Stato unico e bi-nazionale. Tuttavia, restano confusione e disaccordo sulla forma che questo Stato dovrebbe avere e come ottenerlo. È tempo di prendere l’ispirazione da Nelson Mandela per lanciare una lotta per garantire e proteggere i diritti civili di ogni gruppo etnico, nazionale e religioso in questa terra.

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