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Dopo l’imbarazzo, Israele prenderà di mira Abbas?

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (03/01/2015). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti.

Rigettare il progetto di riconoscimento dello Stato palestinese è stato così facile che gli Stati Uniti non sono stati nemmeno costretti a usare il veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il progetto infatti non ha nemmeno ottenuto la maggioranza semplice a causa della Nigeria schieratasi anch’essa contro il progetto palestinese. Hanno votato a favore del progetto otto Paesi: Russia, Cina, Giordania, Ciad, Argentina, Francia, Lussemburgo e Cile; hanno votato contro Stati Uniti e Australia e si sono astenuti 5 Stati: Regno Unito, Lituania, Ruanda, Corea del Sud e Nigeria che sembra aver deluso gli arabi cambiando la propria posizione poco prima del voto. Dopo la sconfitta della squadra araba all’ONU occorre pensare quale sarà il prossimo passo di Israele per rispondere alla presidenza palestinese.

Naturalmente, non ci aspettavamo che il Consiglio di Sicurezza approvasse e riconoscesse lo Stato palestinese. Se ciò accadesse, sarebbe l’evento più importante degli ultimi 70 anni e segnerebbe l’inizio di una nuova storia per la regione e per il popolo palestinese. La squadra del presidente palestinese Abbas si aspettava senz’altro questo risultato prima ancora di presentare la richiesta e non si illudeva di vincere. Forse si è trattato di una manovra politica per mettere in imbarazzo Israele e gli Stati Uniti, nella speranza di negoziare altre richieste come la fine degli insediamenti, la ripresa dei negoziati di pace o l’attenuazione della violenza delle forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania. Tuttavia, l’unica sorpresa è stata l’incapacità del gruppo arabo di assicurarsi il facile compito di ottenere nove voti a favore per costringere gli USA a usare il veto e inviare così al mondo il messaggio che solo il veto statunitense ha bloccato il diritto dei palestinesi.

Gli israeliani hanno smesso di minacciare l’Autorità Palestinese nel caso in cui si fosse rivolta al Consiglio di Sicurezza o avesse tentato di aderire alla Corte Penale Internazionale e ciò permette ad Abu Mazen di proseguire su questa strada. Gli israeliani avvertivano anche che così facendo avrebbe violato gli accordi di Oslo, ma è stata una vana minaccia come quella lanciata da Abbas di sospendere la cooperazione di sicurezza con Israele in Cisgiordania.

Il Presidente americano Obama ha ricevuto molte umiliazioni dal governo del primo ministro israeliano Netanyahu, tuttavia la sua posizione è rimasta debole e non ha fatto nulla per frenare gli israeliani nel corso di sei anni di chiare violazioni degli accordi firmati con il patrocinio di Washington. Di conseguenza nessuno si aspetta un importante sviluppo durante la rimanente parte della sua presidenza, anzi si teme che gli israeliani sfruttino la sua debole posizione per spingere il governo di Ramallah al collasso mediante una serie di azioni e violazioni volte a aumentare il numero degli insediamenti, permettere agli ebrei estremisti di attaccare i palestinesi alla moschea di Al-Aqsa e accendere la scintilla degli scontri per porre fine alla presidenza di Abbas, dopo averlo messo in imbarazzo e indebolito.

Abdulrahman al-Rashed è ex caporedattore del quotidiano Asharq al-Awsat e ex direttore generale di Al-Arabiya.

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