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Donne in spiaggia

Di Dalal al-Bazri. Al-Modon (21/08/2016). Traduzione e sintesi di Laura Formigari.

Le spiagge non sono più come un tempo: la liberalizzazione dei costumi ha permesso ai due sessi di condividere gli stessi luoghi e così, a fianco delle spiagge “tradizionali”,  si sono fatte strada le spiagge private in cui i costumi a due pezzi, o interi, vengono accettati. Da dieci anni sono comparse altre varianti come la spiaggia per sole donne, dove si può indossare liberamente il costume da bagno senza esporsi allo sguardo degli uomini. Nel mondo arabo vi sono spiagge dove convivono bikini, hijab, niqab e burkini oppure ci sono quelle aperte alle sole occidentali. Sulle coste europee, si può trovare il bikini e il burkini, un indumento che sta sollevando un dibattito nazionale intorno all’identità francese, dibattito che probabilmente si placherà solo dopo le elezioni presidenziali.

Inventato nel 2007 da Aheda Zanetti, australiana di origini libanesi, il burkini è un costume da bagno che lascia scoperti solamente viso mani e piedi. La maggior parte delle donne che lo indossano, considerano il burkini un buon mezzo per nuotare, prendere il sole e fare sport preservando il decoro e senza trasgredire ai dettami religiosi.

Ma quest’anno, in Francia, la fortuna non è dalla parte del burkini. Certo il contesto è particolare, il terrorismo ha appiccato il fuoco dell’islamofobia, un fuoco che non è divampato solo tra i partiti di estrema destra, ma che si è esteso anche al partito socialista al potere, scatenando la sua identità laica e repubblicana.

I comuni delle principali località costiere del sud della Francia hanno deciso di vietare alle donne di indossare il burkini in spiaggia. La violazione di questa legge porta a 38 euro di multa e all’allontanamento. Questa presa di posizione, che ha entusiasmato anche il primo ministro francese Manuel Valls, non porterà altro che un rafforzamento dell’espressione identitaria dell’Islam.

Questo è il punto di vista che i francesi impongono, arrogandosi il “merito” di aver proibito alle donne di indossare il burkini, dal cittadino che collega a filo diretto il burkini al terrorismo a quello che lo considera una negazione della laicità in quanto riferimento, simbolo religioso in un luogo pubblico. La direzione politica e culturale che sta prendendo questa Francia fuori controllo porterà risultati opposti a quelli desiderati e di sicuro non indebolirà il terrorismo. Forse frenerà la sua azione ora, ma espellere i musulmani dalla spiaggia, dagli spazi pubblici, rafforzerà il sentimento di emarginazione che getta giovani musulmani francesi tra le braccia di Daesh (ISIS).

Controllare gli stati d’animo del popolo e del governo sul corpo delle donne, non vuol dire altro che scrivere la Storia sul loro corpo. E ora, a scriverla, sono i francesi.

Dalal al-Bazri è una scrittrice e ricercatrice libanese.

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