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Dedicato agli innocenti di Siria, con il Prof. Eros Baldissera – prima parte

erosBuona giornata alle care lettrici e lettori. In questi giorni carichi di tensione, con l’incubo di un’altra guerra che speriamo non inizi mai, sento di dover dedicare almeno un pensiero positivo ai giusti, agli innocenti: a tutti coloro che, senza averlo mai deciso, si trovano loro malgrado a subire la violenza e l’ingiustizia di una situazione degenerata.

Chiedendo la collaborazione del mio caro amico, il Prof. Eros Baldissera, grande conoscitore della Siria e non solo, di cui potete leggere notizie in

http://it.wikipedia.org/wiki/Eros_Baldissera

vi propongo due articoli dedicati ai Siriani, ai bambini e, appunto, a tutti gli  innocenti che soffrono per scelte che non hanno fatto.

Oggi vi presento un estratto da un testo del noto poeta siriano Nazih Abu Afash, a cui abbinerò alcuni link di musica siriana o sulla Siria, a cominciare da questo:

https://www.youtube.com/watch?v=MY-gUD43kF0

 

VENEZIA, CASA DELLA LUCE

Nazìh Abu Afash

al-Kifah al-‘arabi, 22 luglio 1998

dedicato a tutti loro

In un giorno come questo, un anno e trecento incubi fa, ricordo d’aver visto la libertà.

Colà, nell’acqueo ombelico del continente della bellezza e della luce, a Venezia che – forse a causa di una celata nostalgia per quel tempo in cui si scambiavano le spade coi fucili – gli Arabi han chiamata madìnat al-Bunduqiyya (la città del fucile), colà, a Venezia, nell’ombelico del mare, bistrato dai sogni degli amanti, dei santi e dei poeti, ho visto la libertà.

Nelle libere strade che non appartengono a nessuno, nell’aria che non ha padroni e, quindi, è di tutti, nei canali colmi dei segreti di chi va a caccia di bellezza e amore, negli archi dei ponti che si stagliano all’aria salata come tondi sospiri che portano alla terraferma la nostalgia per la terraferma, e su cui risuona il calpestio delle flessuose passanti, di ogni lingua, razza e colore, negli occhi sinceri di gente che non ti scruta né ti spia, né cerca dietro i tuoi occhi fessi i nascosti segreti della miseria, della disperazione, della delusione, lì, l’ho vista, come colui che vede il volto di Dio in una nuvola, lì, ho visto la libertà.

https://www.youtube.com/watch?v=BOh9wb_6k2Q

Lì, ora posso affermarlo, per giorni indimenticabili mi son sentito libero. Per giorni in cui avevo la sensazione di andare a zonzo per il Paradiso, nudo, scalzo, leggero. Anzi, forse invisibile salvo a me stesso, come un fantasma orientale che l’istinto naturale ha fatto tornare all’origine del suo spirito e dei suoi sogni: alla libertà.

Vagando come un principe in incognito, sentivo il sapore di lacrime di rosa che mi inumidivano la gola e il cuore. Era il gusto di una felicità simile alla felicità delle piante. Simile alla felicità delle lumache, degli agnelli, dei grilli notturni. Mi sentivo libero come loro, libero come i bruchi della terra, come gli stambecchi delle montagne. Come il palpito di un azzurro zefiro che luccica sui campi di grano. Sussurravo al mio orecchio: Uomo e libero… In tal modo mi son nomato, senza dovermi preoccupare di occhi di ficcanaso, di spie, di predoni della bellezza.

Uomo… e libero.

(…)

https://www.youtube.com/watch?v=BLxc3jOMOrE

Sentivo d’esser stranamente colmo di bellezza. Provavo un senso di vertigine come se la terra girasse solo intorno a me. La sua gente, immota come statue.

Pian piano l’aere s’acquietò. E con esso il mio spirito, al punto d’esser in grado – perfino in quell’odore d’aria salata – di percepire il profumo della libertà e di lasciarmi andare al suo inebriante sapore.

https://www.youtube.com/watch?v=l-3AETsaUT0

Mi son detto: grazie alla vita. Grazie per l’aria, per l’increspata acqua marina, per l’impavido procedere dell’uomo, per il raro gusto della felicità di colui che si sente libero, per la bellezza che luccica nei visi dell’umanità, riflettendo la bellezza degli spiriti. Grazie alla naturalezza con cui la gente ama, come amano gli animali, gli uccelli, i bachi della terra.

https://www.youtube.com/watch?v=3ZoY4Et1QdY

Grazie al fatto che noi: Eros, Marisa, Riccardo, Sandra e Bibi, il vecchio comunista che ama la poesia e il vino… siamo vivi. Capaci di vedere, annusare, respirare, toccare lo spirito della felicità in tutto quanto è sconosciuto allo spirito degli schiavi.

Ma questa è Venezia, dove il mal di libertà è più dolce del mal d’amore.

https://www.youtube.com/watch?v=vIJISWTBRF4

(…)

https://www.youtube.com/watch?v=ydzQHlVtPnE

Una notte, mentre vagabondavo con unica mèta il faro del mio cuore, mi son seduto per strada appoggiando la testa ad un muro che pareva esser di nessuno se non della Storia e, forse, per questa ragione, proprietà di tutti. Un muro che in quel momento apparteneva solo a me. Mi son seduto qual accorto mendicante che chiede alla vita solo appagamento, bellezza e una boccata di libertà. Alzai la testa verso l’alto e… sorrisi come benedicendo me stesso, ma… benedicevo la libertà.

https://www.youtube.com/watch?v=rDMXcKDP-As

“Qui voglio morire” mi dissi. “Questa è la mia casa, questo è il mio muro, questo è il mio posto e quello è il mio cielo”. Nel mio cuore risonò l’eco delle parole di Graham Green: “Come gli animali cercano il buio per morire, così l’uomo vi cerca la luce. Egli vuol morire in una casa… e il buio non è mai per noi una casa”.

E invece… no! Dovremo tornar là: qua! Dove le nostre madri ci han fatto uscire dai loro uteri negligendo il nostro timore, non badando alla nostra disperazione.

https://www.youtube.com/watch?v=RvJfl9jlRJQ

Torneremo nei luoghi della nostra nascita e delle nostre miserie. Nel nostro continente scuro. Nel nostro tempo grigio. Torneremo e dimenticheremo. “Devi dimenticare”, mi son detto. Torneremo qui per cominciar di nuovo la nostra vita, come fossimo appena nati. O come fossimo nati vecchi, lì lì per morire. Senza risentimenti, senza sogni. Anzi, senza neppure la capacità di adirarci o di piangere. Sottomessi, assenzienti, umiliati. Torneremo per porgere il collo a dei guinzagli senza curarci dei domatori che li reggeranno. E per diventar liberi di non vedere, liberi di non sapere, liberi d’esser castrati e ciechi nei cuori, nei cervelli, negli occhi. Per divenir liberi come uomini abbandonati per sempre dalla propria coscienza. Per divenir… morti.

ooo OOO ooo

Ora, dopo un intero anno privo della mia libertà, mi chiedo: dov’è quella gente immota sulla loro terra come statue. Dove son coloro che – sui ponti di Venezia – continuano a festeggiare le loro ricorrenze come per ricambiar il favore alla vita?

(…)

Mi chiedo: quando potrò incontrar di nuovo la libertà?

Mi chiedo: l’uomo non ha forse diritto, infine, di morire in una casa di luce?

https://www.youtube.com/watch?v=lT2B4PWrJns

 

About the author

Cinzia Merletti

Cinzia Merletti è musicista, didatta, saggista. Diplomata in pianoforte, laureata in DAMS, specializzata in Didattica e con un Master in Formazione musicale e dimensioni del contemporaneo. Ha scritto e pubblicato saggi sulla musica nella cultura arabo-islamica e mediterranea, anche con CD allegato, e sulla modalità. Saggi e articoli sono presenti anche su Musicheria.net. Ha all'attivo importanti collaborazioni con musicisti prestigiosi, Associazioni culturali e ONG, enti nazionali e comunali, Conservatorio di Santa Cecilia, per la realizzazione di eventi artistici, progetti formativi ed interculturali tuttora in corso.

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