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Daesh: la violenza contro gli omosessuali

Daesh omosessuali ONU

Al-Bawaba (25/08/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

Lunedì 24 agosto, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito, per la prima volta, per discutere dei diritti delle persone omosessuali. In modo particolare, la sessione è stata dedicata alla violenza che Daesh (ISIS) ha commesso contro la comunità gay della Siria e dell’Iraq.

La seduta è stata organizzata dagli Stati Uniti e dal Chile: oltre a questi due Paesi, all’evento hanno partecipato diversi Stati membri con l’aggiunta di attivisti e di testimoni. Uno di questi è Subhi Nahas (in foto), un ragazzo omosessuale siriano, cui è stato garantito l’asilo politico negli Stati Uniti. Nahas ha parlato davanti al Consiglio, rivelando che “la comunità LGBTI siriana non soltanto ha dovuto affrontare la violenza del governo siriano, ma anche gli attacchi da parte di Daesh”.

Il ragazzo siriano ha anche confessato altri particolari: “Durante le esecuzioni, centinaia di cittadini si riunivano, bambini compresi, per celebrare la morte, come se si fosse a un matrimonio. Se la vittima non fosse deceduta per la caduta da altezze considerevoli, le persone riunite proseguivano con la lapidazione”.

Questa confessione è stata preziosa per capire a quale destino può andare incontro la comunità LGBTI, considerata “perversa” proprio da Daesh che, al contrario, si pubblicizza come la “guardia morale” delle comunità. Oltre alla testimonianza di Nahas, anche Jessica Stern, la presidente della Commissione Internazionale per i Diritti Umani dei Gay e delle Lesbiche, ha detto che almeno trenta persone sono state condannate a morte dalle forze di Daish per i reati di sodomia e di violazione della moralità pubblica.

Oltre a ciò, Stern ha proseguito dicendo che non è stato facile raccogliere informazioni a causa della violenze diffusa e ha aggiunto che una delle principali fonti d’informazione è stato Daesh stesso, a causa della mole di dati diffusi in internet.

Anche Samantha Power, l’ambasciatrice americana all’ONU, ha affermato che questo Consiglio di Sicurezza è stato un “piccolo ma storico passo”.

In definitiva, anche se per alcuni Stati la seduta è stata di grande importanza, l’Angola e il Chad non erano presenti, mentre la Cina, la Russia, che sono due membri permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, insieme alla Nigeria e alla Malesia, non hanno fatto alcun intervento durante la seduta.

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