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Da che parte stanno gli elettori

Al-Sharq Al-Awsat (10/05/2012). Traduzione di Cristina Gulfi
In uno stato democratico, ad ogni elezione presidenziale o parlamentare, i sondaggi di opinione sono l’indicatore più attendibile della performance dei candidati. Infatti, il margine di errore oscilla tra lo 0,5% e l’1%, margine considerato accettabile trattandosi di inchieste e questionari. Nel mondo arabo, dati di questo tipo sono quasi del tutto assenti, o disponibili solo in alcuni casi.Cosa emerge da un confronto tra i sondaggi di opinione durante le presidenziali di Francia e Egitto? In Francia, nelle ultime 6 settimane prima delle elezioni, i sondaggi davano il candidato socialista François Hollande 2 punti percentuali sopra il presidente uscente Nicolas  Sarkozy e tra 2 e 4 al secondo turno.

In Egitto, il Centro di Studi Politici e Strategici Al-Ahram è l’unico istituto preciso, scientifico e neutrale nel fornire sondaggi d’opinione attendibili sulle tendenze della popolazione nel corso delle elezioni. I sondaggi condotti tra il 28 aprile e il 1 maggio, che hanno riguardato un campione di 1200 persone di entrambi i sessi nella maggior parte dei governatorati del paese, hanno mostrato che il candidato Amr Moussa è in testa, con il 39% delle preferenze, mentre Abdul Fotouh raggiunge il 24% e Ahmed Shafiq il 17%.

Dal punto di vista geografico, il sostegno ad Amr Moussa proviene principalmente dalla zona dell’Alto Egitto e di Alessandria. I sostenitori di Abdul Fotouh, invece, si trovano perlopiù nei governatorati di Port Said e Suez, due territori da sempre ostili all’autorità centrale, mentre quelli di Ahmed Shafiq si concentrano in particolar modo nei governatorati di Minufiyah e Gharbia, caratterizzati da una forte tradizione agricola e da una certa inclinazione conservatrice.

Solo due candidati hanno fatto registrare dei miglioramenti negli ultimi tempi: il generale Ahmed Shafiq, che ha guadagnato 6 punti percentuali, e il candidato dei Fratelli Musulmani Mohamed Mursi, che ha conquistato un altro 4%.Quello che conta davvero è che i sondaggi riflettano la situazione così com’è, altrimenti non farebbero altro che confermare una tradizione storica in Egitto, cioè quella di un elettore che non dice la verità perché influenzato dalle autorità, anche se si presentano in forma di questionario!