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Un complotto contro il Marocco?

Alif Post (27/05/2014). Traduzione e sintesi di Francesca Passi.

Nella regione del Sahel, stanno attualmente prendendo forma nuove strategie per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata, grazie alla partecipazione di molti Paesi tra i quali la Francia, che intende costruire delle basi militari. Infatti, dall’inizio della scorsa settimana, sta aumentando il numero degli incontri organizzati al fine di sviluppare delle nuove strategie di sicurezza. A Nouakchott, è stata indetta una conferenza che ha riunito i ministri degli Interni di Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad, così come alcuni rappresentanti di Francia, Spagna e Unione Europea. Il Senegal, dopo aver protestato contro la propria esclusione, è stato ugualmente invitato. L’incontro si è concluso con la costituzione di diverse strutture di sicurezza per lo scambio di informazioni e di esperienze riguardanti la lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina.

Il Marocco, il quale si ritiene ampiamente coinvolto nella questione della stabilità della regione, resta invece escluso da queste dinamiche. La Mauritania ha voluto emarginare il Marocco e l’Algeria cercando di dimostrare che le problematiche del terrorismo nel Sahel ricadono tra le competenze dei Paesi della regione e, in alternativa, della loro ex-potenza coloniale, la Francia. Persino la Spagna è stata invitata a prendere parte alla questione, ma il Marocco, al contrario, è stato del tutto emarginato, in un momento in cui i rapporti tra quest’ultimo e la Mauritania risultano ancora molto tesi. Del resto, da circa due anni, il posto dell’ambasciatore della Mauritania a Rabat è vacante.

Allo stesso tempo, Parigi e Algeri stanno portando avanti delle trattative circa il coordinamento della sicurezza nella regione del Sahel senza fare alcun appello al regno marocchino. Infatti, Jean Yves Le Drian, ministro della Difesa francese, si è recato in visita ad Algeri la scorsa settimana e, nella stessa capitale, ha riconosciuto il ruolo chiave giocato dall’Algeria nell’elaborazione delle diverse strategie di sicurezza.

Risulta perciò evidente che l’Algeria, la Mauritania e la Francia si stiano impegnando nel progettare delle strategie di sicurezza che verranno poi messe in atto escludendo il Marocco. D’altronde, l’Algeria è solita emarginare il Marocco. La Mauritania, da parte sua, ne ha semplicemente seguito l’esempio. La Francia, infine, ha ritenuto conveniente unirsi alla loro scelta.

Inoltre, la crisi diplomatica franco-marocchina in corso da febbraio scorso, innescata dal caso del direttore dei servizi segreti Abdellatif Hammouchi, non semplifica le cose.

Il Marocco ha spesso voluto ricoprire il ruolo d’interlocutore naturale e indispensabile dell’Occidente, in particolar modo dell’Europa, in riferimento alle problematiche della sicurezza nella regione del Sahel. Ha anche offerto il proprio sostegno alla Francia quando questa avviò l’operazione militare “Serval” in Mali lo scorso anno. E oggi, lo stesso Marocco si ritrova escluso dai partner di ieri.

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