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Cinéma Rif c’est moi!

Articolo di Giusy Regina

Usciti dalla porta del suq di Tangeri scendendo dalla kasbah, si sbarca nella gran confusione di Place 9 Avril, meglio conosciuta come Suq Barra o alla francese Grand Socco. Punto di collegamento tra la Medina e la Ville Nouvelle, questa grande piazza mi ha subito ricordato il sole: dal cuore infatti, in cui si trova una grande fontana dall’aria di una torta a più piani, partono a raggiera numerose strade come quella che porta al Boulevard e quella che introduce al Petit Socco. I praticelli e le panchine intorno accolgono ogni giorno turisti, tangerini, qualche venditore ambulante e gli anziani in vena di chiacchiere e pettegolezzi. E come se fossero ad un rally, le macchine e i taxi percorrono in tondo la rotatoria che forma la Place, sfrecciando a più non posso, per poi sparire in uno dei tanti raggi.

Ed ecco ergersi imponente, tra i vari edifici che contornano la piazza, il Cinema Rif. Costruito nel 1938, grande e bianco con le scritte rosse, il cinema più importante della città inizia a mostrare le sue tante facce. Dopo essere stato chiuso per un periodo, la fotografa e cineasta Yto Barrada, insieme ad un gruppo di artisti e tecnici cinematografici, ha fondato un’associazione senza scopo di lucro nel 2003, rilevando l’allora fallito cinema e inaugurando la Cinémathèque de Tanger, il primo centro culturale di cinematografia gestito da artisti nel Nord Africa.

Uno dei primi obiettivi della Cinémathèque era quello di riavvicinare la gente di Tangeri al mondo del cinema, e considerando le migliaia e migliaia di visitatori di ogni età, ceto sociale e sesso che ha registrato, è riuscita a raggiungerlo. Inoltre, la proiezione di pellicole di vario genere, classiche e contemporanee, lo rende sempre attivo e con un programma mensile abbastanza vario. I film sono solitamente provenienti dai vari paesi del mondo arabo e dal Marocco in particolare.

Dichiara la stessa Yto Barrada durante un’intervista del 2011 al quotidiano La Stampa: “Il Marocco produce quindici film all’anno e ci sono anche grandi produzioni internazionali che vengono a girare pellicole qui. Però nel Paese mancava la presenza della storia del cinema: i bambini non avevano mai visto Pasolini, Fellini… Certo, c’erano cineclub e appassionati di cinema già negli Anni ’60/’70. Ma ora è diverso, vogliamo fare dell’educazione popolare ma attraverso il piacere, mostrare film da Dryer alle commedie musicali. Abbiamo salvato molti film e li abbiamo restaurati. La cineteca è come un festival che dura 365 giorni all’anno”.

La Cinémathèque inoltre ha costituito un archivio molto ricco di documentari e film legati al mondo arabo e organizza ogni anno una competizione tra giovani registi provenienti da paesi diversi ancora alle prime armi, formandoli al contempo.

Durante il mio soggiorno lì, mi è capitato di vedere tre pellicole. “Wadjda”, proiettato anche in Italia con il titolo “La bicicletta Verde”, di una regista saudita e “Né quelque part” di un regista franco-algerino, entrambi molto belli. Ho visto poi anche “Les temps du terrorism”, una sorta di soap opera dalla trama scontata, gli attori pessimi e la fine degna di Beautiful. Questo per dire che i film al Rif sono sempre una sorpresa, la maggior parte delle volte piacevole, altre meno.

Oltre al prezzo davvero irrisorio, almeno per noi italiani, di soli venti dirham (poco meno di due euro) per film, il Cinéma Rif offre un’atmosfera vintage e magica invidiabile. L’imponenza dell’edificio non rispecchia l’atmosfera intima e confortevole che offre al suo interno, a partire dalla caffetteria, dove poter bere un ottimo tè alla menta e leggere un buon libro, o chiacchierare, o connettersi a internet. Entrando l’occhio cade, anzi si alza, sulle lampade a forma di grandi bolle che scendono dal soffitto, per poi spostarsi sul grande specchio che incornicia una parete e il bancone che introduce alla Cinémathèque. I poster sui muri e i colori rosso e giallo lo abbelliscono in modo semplice e originale, dandogli un nonsoché  di pittorico. Ebbene sì, sembra di stare dentro a un dipinto pur sentendosi perfettamente a proprio agio.

Ha mille facce il Cinéma Rif, è antico e moderno, magico e reale, accogliente, colorato. Come me, e come chiunque voglia immergersi nella sua aura e perdersi in un posto d’altri tempi.