Algeria Zoom

Chi sono i cinesi in Algeria?

cinesi algeria

Di Farid Alilat. Jeune Afrique (02/06/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen.

Ben oltre la storica presenza francese, turca e siriana, nel 2014 in Algeria le autorità nazionali hanno rilasciato circa 24.000 visti d’ingresso a persone di nazionalità cinese. Di questi 24.000, il 90% erano visti d’affari.

Spodestando la Francia, la Cina è diventata il primo partner economico dell’Algeria. Dal 1999 ad oggi, la comunità cinese si è accaparrata più di 17 miliardi di euro di progetti facendo sì che le aziende cinesi hanno si siano conquistate nicchie economiche che vanno dal campo dell’edilizia fino al settore dell’importazione.

Autostrade, dighe, ospedali, ferrovie, scuole, abitazioni, alberghi: nessun settore sfugge l’appetito dei cinesi. Basti pensare che per 1,2 miliardi di euro, anche la costruzione della grande moschea di Algeri è stata affidata a questi “atei comunisti”, come li definiscono dispregiativamente le correnti islamiste. Insomma, parlare di un “impero cinese” in Algeria, non sembra essere così esagerato.

L’esperienza, la disciplina, la velocità nella consegna del progetto non sono però le uniche caratteristiche con cui gli algerini definiscono gli appartenenti alla comunità asiatica nel cuore del Maghreb. I conti correnti troppo pieni e la pioggia di contratti che si riversa sulle imprese cinesi in Algeria fa nutrire non pochi sospetti e accuse di corruzione.

Presente nel Paese da almeno due decenni, la comunità cinese ha finito per attirare su di sé ed alimentare differenti luoghi comuni e stereotipi. Poco rispettosi nei confronti delle abitudini locali, miscredenti, mangiatori di cani e gatti, calcolatori, ladri di lavoro e bevitori di alcol: questi sono solo alcuni dei pregiudizi che gli algerini nutrono nei confronti degli ormai loro vicini di casa. Mentre in molti credono a queste concezioni stereotipate della comunità ospite nel Paese, altri però non mancano di affermare come i pregiudizi siano tanto numerosi quanto riduttivi.

“Gli algerini sono buoni, Algeria è un mare di dollari”, così invece la stragrande maggioranza della popolazione cinese si esprime riferendosi a quella che è diventata la sua nuova casa e a quelli che sono diventati i loro nuovi connazionali. Sono sempre più, infatti, i cinesi che acquistano negozi e appartamenti in Algeria e che fanno richiesta per ottenere la cittadinanza algerina (2.000 casi) o che si sposano con uno/a algerino/a dopo essersi convertiti all’islam.

Nonostante ciò, la convivenza tra le due comunità differenti tra loro dal punto di vista culturale, linguistico e di stile di vita non manca a volte di trasformarsi in uno scontro. Questo è stato il caso di un episodio accaduto nell’agosto del 2009, quando veri e proprio scontri fisici e verbali sono scoppiati tra residenti di Bab Ezzouar, un sobborgo ad est di Algeri, e i commercianti cinesi che si erano appena insediati nella zona.

Così, in un Paese in cui gli ingressi e le uscite sono rigorosamente controllate a causa della minaccia terrorista, è la Cina (o una parte di essa) che gestisce la maggior parte delle importazioni. Campi da basket, tavoli da ping pong, cibo e birre cinesi e ancora smartphone fabbricati in Cina e muniti di accesso a Internet per tenersi in contatto con i propri cari: tutto viene fatto arrivare in Algeria e creato “a misura di migrante” perché non senta la nostalgia di casa. E la resa di tutto ciò è anche estremamente elevata.

Farid Alilat è giornalista e inviato speciale per Jeune Afrique.

Vai all’originale

I punti di vista e le opinioni espressi in questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente il punto di vista di Arabpress.eu