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Che succede, bambola?

bambola velata

bambola velataDi Joumana Haddad. Lebanon Now(14/01/13). Traduzione di Alessandra Cimarosti.

Ci sono varie pratiche religiose, di classe e di genere che ci influenzano molto, che sono imposte su di noi, uomini e donne, dalla più tenera età e che continuano ad essere imposte, tramite messaggi subliminali, durante l’età adulta. Se solo si evitasse di far indossare alle bambine il rosa e di farle giocare con le bambole e si evitasse di far indossare il blu ai maschietti e di farli giocare con i fucili, saremmo più fortunati. Nel mondo arabo, ogni preciso comportamento distingue l’ uomo dalla donna, il cristiano dal musulmano, il ricco dal povero eccetera e pone ciascuno di essi in un determinato contesto.

Mi sono ricordata di ciò quando sono andata a fare shopping per comprare un giocattolo alla mia figlioccia, lo scorso fine settimana. Siccome ho girato molti negozi di giocattoli a Beirut per cercare un regalo eccezionale, non potevo non notare che la maggior parte delle bambole presenti sugli scaffali erano o delle pin-up icone del sesso, alle quali mancava giusto il palo per poter ballare tra gli accessori, o erano come le presentatrici di Al-Manar, coperte dalla testa ai piedi, alle quali mancava solamente il tappetino per poter pregare.

Non appena nasce una bambina, i genitori e i parenti la circondano di bambole di ogni misura. Una con la quale passare il giorno, una da abbracciare durante la notte, una con la quale bere del tè, una quarta alla quale organizzare un matrimonio (Cosa è una ragazzina araba senza il suo piano per il matrimonio perfetto? Che senso avrebbe la sua vita se priva di questa aspirazione?). D’altra parte, quando nasce un bambino, viene ricoperto di giocattoli maschili: macchine di ogni dimensione, soldatini di plastica, carri armati, spade, fucili. Ancora oggi, sono pochissimi i genitori che si ribellano a questo cliché, evitando di cadere nella trappola. Ci si aspetta che una bambina debba essere dolce, tranquilla, riflessiva e obbediente (soprattutto obbediente!) e ci si aspetta che un bambino sia rissoso, concreto e ribelle.

Come se ciò non bastasse, la moda divisa nella dicotomia “loro” e “noi” (ma anche le leggi economiche!) ha stabilito che le bambole devono essere di due tipi: la “prostituta” e l’ “onorevole”, il che sicuramente non aiuta le bambine, nella loro fase di crescita, a concepire sé stesse come persone adeguate e influenti, invece di semplici decorazioni sexy o peggio, assenti vittime mute.

Se la bambola velata è un’anti-Barbie, mi chiedo cosa stiano aspettando i pii geni dell’industria dei giocattoli a produrre un anti-Ken; magari una miniatura di Hasan Nasrallah (con tanto di dito minaccioso) o un minuscolo Ahmed El-Assir (con l’inevitabile pettinino per sistemare la sua mini barba)? Nel frattempo, dobbiamo ancora assistere al fatto che la bambola faccia tutto: deve occuparsi dei bambini, deve andare a lavoro, deve essere affascinante (senza sembrare una facile) e decente (senza essere sepolta sotto una tenda nera).

I tacchi alti sono optional. La fiducia in sé stessi, no.

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